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Acqua potabile dall’eolico

Creato il 09 ottobre 2012 da Rossellagrenci

ACQUA POTABILE DALL’EOLICO

L’eolico può rendere disponibile acqua potabile in zone del mondo in cui questa risorsa indispensabile scarseggia. Un particolare sistema messo a punto da una società francese vede assemblati in un corpo unico (la navicella) un generatore eolico e un’apparecchiatura per la condensazione dell’umidità. Si chiama “Eole Water”, il progetto e il nome di una start-up francese con sede a Saint Tulle, nell’Alta Provenza.

L’idea di base è semplice, spiega Giacomo Arsuffi esperto dell’ENEA nel settore eolico: si sfrutta lo stesso fenomeno che provoca l’appannamento dei parabrezza dell’auto: il vapore d’acqua presente nell’aria umida posto a contatto con una parete più fredda condensa, producendo acqua. In questo caso, una frazione dell’aria che investe il generatore eolico è trascinata all’interno del dispositivo dove, attraversando un condensatore la cui superficie è mantenuta a bassa temperatura da un sistema di refrigerazione alimentato dal generatore eolico stesso, viene raffreddata fino al punto di rugiada. Il calore sottratto è ceduto all’ambiente da un radiatore provvisto di ventola e posto in coda alla navicella.

Il liquido raccolto passa attraverso un sistema di filtraggio e purificazione e viene successivamente re-mineralizzato per l’uso come acqua potabile. Il generatore eolico produce almeno un 25% di energia elettrica in più rispetto a quella necessaria per estrarre l’acqua dall’aria umida e può quindi servire come fonte di energia elettrica addizionale per l’area interessata.

Poiché serve solo il vento, il sistema può essere installato anche in località remote e operare senza altre infrastrutture di supporto, con minimo impatto ambientale. In molti casi l’installazione si troverà in zone desertiche e caratterizzate da condizioni estreme, sono quindi previste la protezione contro la sabbia, che potrebbe danneggiare le parti meccaniche, e la possibilità di mettere in sicurezza il generatore in caso di tempeste e uragani.

Fonte: Enea


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