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Acque azzurre, acque chiare

Creato il 02 giugno 2012 da Controcornice

Acque azzurre, acque chiareL’estate si avvicina ed in tanti, me compresa, pregustano le agognate vacanze al mare.

Quest’anno, però, vi confesso che nuoterò nelle acque mediterranee con uno spirito totalmente diverso.

L’incontro con due autori alla presentazione del loro ultimo libro e gli interventi, in questa occasione, di un Magistrato della Cassazione e del Direttore del Consorzio PolieCo impegnati entrambi nella lotta contro le ecomafie mi hanno costretto ad affacciami verso quei baratri dell’umana autodistruzione, nei quali, inesorabilmente e nel completo silenzio, sta sprofondando il nostro bel Paese e non solo. Infatti i traffici di rifiuti tossici e radioattivi sono un affare così lucroso da far perdere ogni senso di umanità e annullare completamente, nelle coscienze delle persone coinvolte, il peso delle conseguenze che questo disastroso e incontrollato inquinamento crea su acqua, animali e prodotti della terra che tutti quotidianamente consumiamo, oltre che sull’uomo stesso.

Nonostante la paura di venire a conoscenza di qualcosa di terribile, ho letto il libro Acque Letali, di Carlo Carere e Gian Giuseppe Ruzzu, edito da Ciesse, sulla cui copertina campeggia la frase “ispirato a fatti realmente accaduti”, che rende ancora più inquietante la storia.

Quello che si racconta è la trascrizione in posa dei sospetti, mai confermati da chi ha indagato sul caso, che aleggiano sulla morte di  Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in Somalia il 20 marzo 1994: si sospetta infatti che la giornalista coraggiosa abbia perso la vita nel vano sforzo di fare luce sui traffici illeciti di rifiuti tossici e radioattivi nel continente Africano, dove, nel racconto del libro, i controlli sono facilmente eludibili ed è più facile smaltire illegalmente sostanze letali.  Nel libro, i protagonisti, ad un certo punto, parlano anche di una situazione ben nota a tutti: l’emergenza rifiuti nel Campano, che ha attirato l’attenzione di tutti i media europei, non solo italiani. Quello che la televisione racconta, a ben leggere, è solo la punta dell’iceberg, la facciata che serve a giustificare certe manovre di soldi e di spazzatura, in mezzo alle quali, proprio a causa dell’emergenza, sparisce di tutto perché non si riescono ad effettuare i dovuti controlli. Forse è finzione letteraria, ma non così paradossale da non poterla considerare la realtà.

Ci pensate che, nell’azzurro mar Mediterraneo, sono state affondate decine di “carrette del mare” che trasportavano tonnellate di rifiuti nocivi o radioattivi? Durante la presentazione del libro, gli ospiti intervenuti, che peraltro ne hanno curato la prefazione, hanno raccontato di numerose sparizioni di imbarcazioni con tutto il loro pericoloso carico a largo delle nostre coste.  Forse il non vederle diminuisce la consapevolezza delle conseguenze. Però come vi sentireste all’idea di fare  il bagno in acque contaminate che possono portare conseguenze alla nostra salute anche mortali, come raccontato nel libro?

Oppure come vi comportereste, sapendo che la succulenta pizza che state gustando è condita con un sugo preparato con pomodori cresciuti su terreni sotto i quali sono state seppellite sostante tossiche.

Ovviamente sono ipotesi, fantasie nate dalla lettura di un romanzo, che però ha sempre quella frase in copertina: ispirato a fatti realmente accaduti!

E se fosse vero? Se le cose raccapriccianti che gli autori raccontano non fossero così lontane dalla realtà?  Tanto più che gli autori non sono proprio degli sprovveduti, venendo entrambi dal mondo dell’Arma.

Significherebbe che la cieca avidità di pochi sta piano piano avvelenando il Pianeta!  

So che il mio blog si occupa di altro, ma qualunque sia il mio personale obiettivo, è necessario avere un Pianeta (ed un futuro su di esso) per raggiungerlo. Come donna, non lascerei mai in eredità ai figli di tante madri un mondo avvelenato e invivibile.

L’idea mi fa orrore e non capisco come si possa arrivare a tanta grettezza d’animo. Cosa se ne fanno, le persone coinvolte in questi traffici, dei soldi che così guadagnano se non avranno più un pianeta in cui spenderli? Forse li useranno per costruirsi un bunker asettico e isolato dove rinchiudersi per sfuggire alle conseguenze delle loro stesse azioni…

Certo è che ignorare l’esistenza di questa scomoda realtà è un ulteriore aiuto che noi diamo affinché certi traffici continuino indisturbati. Perciò, prima di partire per le vacanze, procuratevi questo romanzo da leggere sotto l’ombrellone!


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