Addio a Mario Monicelli: a 95 anni decide di farla finita

Ieri sera intorno alle 21, uno dei più grandi registi del cinema italiano ha deciso di farla finita.
All'età di 95 anni ha deciso di gettarsi dal balcone della sua camera, nel reparto di Urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma.
Mentre scrivo sta già dilagando il movimento di celebrazione postuma per questo monumento della filmografia italiana e ,questa volta ancora di più di altre, si riesce ad intravedere l'incredibile ipocrisia di facciata di queste esternazioni.
Monicelli era un grande, l'ultimo dei grandi, il migliore, lo ricorderemo tutti, ci lascia un Maestro, il padre della commedia italiana.
Complimenti giusti, attestati di stima assolutamente meritati ma una domanda sorge spontanea, dove erano tutte queste persone mentre la voglia di vivere del grande regista lentamente si spegneva, dove erano mentre la decisione di farla finita maturava?
Oggi sul Corriere della Sera Carlo Verdone, ha raccontato di averlo visto cenare più volte da solo, di averlo visto chiudersi in sè stesso, di averlo sentito ripromettendosi di vedersi qualche volta, non riuscendo a mantenere tale proposito, in un forse inconscio atto d'auto accusa (o così almeno l'ho letto io).
E' facile parlare ora, unirsi al coro di condoglianze ma era una vita, importante, che poteva essere salvata, che poteva essere ancora valorizzata, se solo non ci si fosse limitato a celebrarlo, confinandolo in un angolo, a bordo campo.
Mario Monicelli è stato lasciato solo, abbandonato, ora largo alle celebrazioni, largo alle rassegne dei suoi film, agli speciali sulla sua vita, forse più per pulire la nostra coscienza che per rendergli veramente merito