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Adolescenti e videogiochi : il gioco ossessivo provoca depressione ed ansia

Da Psicoterapeutico
Adolescenti e videogiochi : il gioco ossessivo provoca depressione ed ansia

videogiochi causano depressione e ansia?

Sono tantissimi gli adolescenti, e non solo, che trascorrono ore ed ore davanti ai videogiochi. Altrettanto numerose sono le ricerche che si susseguono da quando il videogioco è diventato un vero e prorio fenomeno culturale di massa. L’ultima, americana, è stata guidata da Douglas Gentile della Iowa State University e pubblicata sulla rivista ‘Pediatrics’. In base a questo studio, esiste una relazione tra videogiochi e depressione ed ansia.

In particolare, lo studio ha coinvolto 3mila ragzzi per circa due anni ed è arrivato alla conclusione che il gioco ossessivo, ‘patologico’, come si legge sul ‘New York Times’ online, è legato all’insorgenza di sintomi di depressione, ansia, fobie sociali nonché ad un calo del rendimento scolastico. Gli adolescenti che hanno dei problemi possono facilmente rifugiarsi nel gioco che, a sua volta, può aumentare l’isolamento. Dovrebbe essere compito dei genitori regolare l’uso dei videogiochi da parte dei loro figli e capire quando il gioco rischia di diventare un’ossessione.

Fonte : italia-news.it

Commento della D.sa Grazioli

Lasciamoli crescere

Lasciamoli crescere e facciamo un passo indietro, è normale che gli adolescenti cerchino sempre più tempo per stare soli o fuori casa, ed è normale che gli adulti, tutti gli adulti genitori compresi, divengano il nemico da sconfiggere, da provocare, l’antagonista per eccellenza che permette al bruco di diventare farfalla.

Il videogioco, la wii, facebock eec ecc altro non sono che il diario segreto dei nostri tempi, la televisione con i telefilm demenziali, le cuffiette con la musica a palla che ci iniettavamo la sera o il pomeriggio chiusi nella nostra stanza, le telefonate fiume con l’amica del cuore: sono gli strumenti di transito per l’evasione, per l’identificazione con il gruppo, per la condivisione, per il modello più o meno corretto da seguire e imitare.

E allora facciamo un passo indietro: smettiamo di giudicare e sentenziare, ma osserviamo, vigiliamo, dedichiamo tempo e soprattutto ascoltiamo.

Il gioco in sé non porta all’isolamento e alla depressione, l’adolescente si isola per crearsi i suoi mondi le sue storie, le sue realtà.  La depressione nasce quando, “bambini”, si è lasciati nella solitudine e ancora non si hanno gli strumenti necessari ad elaborarla.

Non si può formare e consolidare, allora, quel “nucleo caldo” che è la miglior difesa contro la depressione, quel “nucleo caldo” che sarà il posto al quale l’adolescente saprà di poter far ricorso nei momenti di tristezza e/o difficoltà.


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