ieri sera il programma tv Affari tuoi era tutto un’ovazione- anzi una standing ovation!- agli anni ’80. i concorrenti erano ragazzi italiani nati in quella decade, ragazzi giovani carini e ancora residenti nel Paese, una specie in via di estinzione. ormai. ragazzi che nemmeno sapevano dell’esistenza di Boy George o che ne so di Cioè…ma nemmeno di Reagan o del telefono a gettoni. e lo scudetto del Napoli non l’avevano vissuto in prima persona ma solo nell’eco dei ricordi di zii e cugini più grandi. tutti quindi a glorificare la bravura di Alberto Tomba, fuoriuscito dalle nebbie del passato identico a l’altro ieri, manco fosse sotto naftalina, per non parlare delle doti da attori di Jerry Calà e le hit strappapplausi di Cristina D’avena, orfana del valzer del moscerino.
Rabbrividirò quando manderanno in onda una puntata speciale sugli anni ’90. chi tireranno in ballo? qualche reduce con le rughe o col riportino del serial Beverly Hills? oppure cantati sanremesi meteora come i Jalisse? oppure ancora qualche ninfetta loliteggiante del programma Non è la Rai?
al di là della povertà di idee sdoganate nel palinsesto serale – molto meglio uscire a prendere un gelato di sera- quello che oggi si cela agli occhi di tutti noi è il modo con cui stanno ammazzando i nostri sogni. I NOSTRI SOGNI. quelli della mia generazione. che ha deciso di restare in Italia nonostante tutto. nonostante la crisi. dove un giovane su tre è disoccupato. un giovane della mia generazione. quella generazione pericolosamente vicina agli -anta.
oggi leggo l’articolo di Roberto Saviano sull’Espresso che chiede agli emigranti del Sud di tornare…ma io se fossi espatriata a suo tempo, non penserei di certo a rimetter piede sul suolo natio. dove non c’è meritocrazia, ma solo raccomandazioni. dove il lavoro è un miraggio, persino quello a nero. dove i diritti non sono tutelati, nemmeno quelli sanciti dalla Costituzione. e dove lo Stato pensa solo a tassare, tassare e ancora tassare.
con chi dobbiamo prendercela allora? chi ha distrutto senza problemi i sogni di quei ragazzi anni ’90, dovrebbe passarsi una mano sulla coscienza – sempre se ce l’ha ancora- e dare almeno una speranza! senza nascondersi dietro alla solita frase : “è la crisi mondiale che stiamo vivendo!” perchè non è vero. i nostri ideali li avete calpestati da prima della crisi, avete ordito alle nostre spalle, quando eravamo pieni di futuro. adesso noi quel futuro lo rivogliamo indietro, e con gli interessi!