Da passeggera non mi è mai capitato di dovermi recare in biglietteria, non ho mai pagato eccedenza bagaglio, non ho mai perso il volo, insomma sono sempre stata una sottospecie di passeggera modello, al contrario, mi son ritrovata a stare dall’altra parte, a fare la bigliettaia. Gli ultimi due anni della mia vita (circa) li ho passati a vendere biglietti, far pagare i chili di troppo, più in generale a risolvere problemi, perchè di fatto una biglietteria fa più o meno questo.
Tralasciando dita unte, il “buongiorno” che non esiste, i fazzoletti sporchi sul banco, le ricevute in bocca e chi più ne ha più ne metta, sarebbe bene sapere quali sono le cose da NON dire a una bigliettaia, per evitare di peggiorare la propria situazione.
1. “SIGNORINA È PALESE CHE IO DEBBA PARTIRE, SONO QUI!”
Detta così sembra non faccia una piega, ma se la data della vostra partenza risale al giorno prima, capite che suona un po’ arrogante. Il fatto che voi siate lì non significa che sia ovvio che dobbiate partire, fa fede ciò che c’è scritto sul vostro foglio di prenotazione. La bigliettaia vede TUTTO della storia del vostro biglietto, per cui contraddirla è una partita persa in partenza. Arrendetevi.
2. “SI, NO, DAI… MA ALMENO UNO SCONTO”
Pagare un’eccedenza bagaglio non significa partecipare a un’asta o comprare merce da un arabo: non si contratta, si paga punto. Se arrivate in biglietteria con la ricevuta con su scritto 5kg, si pagano 5kg, la chance di togliere qualcosa dalla valigia l’avete persa nel momento in cui avete lasciato il banco check-in. L’esempio che facevo ai passeggeri più insistenti era il seguente: “Quando al supermercato ordina un etto e mezzo di prosciutto chiede lo sconto di qualche grammo o paga il prezzo relativo al peso?”. Funzionava sempre.3. “LEI NON CAPISCE, LEI DEVE FARMI PARTIRE”
L’unica cosa che capisco è che sei in ritardo e l’unica cosa che devo fare, al massimo, è farti pagare la penale (se c’è) e metterti sul primo volo disponibile. Può capitare di arrivare in ritardo, può capitare di perdere il volo per una serie infinita di motivi che possono anche non dipendere direttamente da voi (autobus in ritardo, incidente per strada ecc), la bigliettaia questo lo capisce e la buona volontà di venirvi incontro c’è (quasi) sempre, ma dovete tener conto che deve sottostare al regolamento della compagnia e, se il vostro biglietto prevede una penale da pagare, non ci sono santi.
4. “LEI NON SA CHI SONO IO”
Questa penso che sia una frase da non dire in generale, non solamente una delle cose da non dire a una bigliettaia, ma i signorotti pieni di sé esistono e continueranno ad esistere. Ma cominciamo da principio. E’ assolutamente vero che io non so chi tu sia, ma è altrettanto vero che non me ne frega un accidente di saperlo, tutto ciò che mi serve è: nome, cognome, numero di prenotazione e sapere che problema hai per tentare di risolverlo. La voce grossa non serve, il discorso è sempre quello, ci sono delle regole, che piaccia o non piaccia.E poi, sappiate, che potreste sempre trovarvi davanti la copia di una mia ex collega, che alla frase “lei non sa chi sono io” si è alzata e rivolgendosi alla fila dietro al personaggio (presunto) noto dicendo: “Un attimo di attenzione prego, il signore qui davanti adesso ci dice chi è”. Credo sia vostro personale interesse evitare questo tipo di figure di merda.