L’Africa è quel continente che, senza nemmeno doversi impegnare più di tanto, ti rapisce l’anima e non te la restituisce più. Questo ovviamente accade se la tua anima è ricettiva e pronta a lasciarsi travolgere da colori, odori, sapori e occhi che conoscono tutto di te ancor prima che tu li abbia incrociati. O la ami o la odi, le mezze misure non sono contemplate. E, da che parte stare, lo stabilisci immediatamente. Puoi pensare di non ritornarci mai più… perché non fa per te quel mondo così distante, così essenziale… così povero. Oppure puoi assecondare l’impeto d’amore ed abbandonarti a questa attrazione che nulla ha di razionale o logico, ma che è determinata unicamente da cuore e viscere.
Noi proveniamo da lì. Ma non lo sappiamo più. O forse fingiamo di averlo dimenticato.Le sensazioni che si provano durante un viaggio in Africa sono talmente sfaccettate e soggettive che scriverne potrebbe risultare presuntuoso o banale. Ma voglio farlo ugualmente, senza l’arroganza di svelare verità rivelatrici, ma con il rispetto che da sempre nutro per questa Terra.
Scriverò quindi di me e di quella me stessa che rinasce durante ogni viaggio: una sorta di tacito appuntamento con quella parte di me che giunge all’apice del Vero non appena l’aeromobile atterra su suolo africano.
Forse sono una predestinata. Forse in un’altra vita sono nata e vissuta lì. Forse ho solo una sensibilità diversa dagli altri. Io questo non lo so. E non posso spiegare quello che non so. Ma so che accade qualcosa in me… e che accade solo lì.
Non ho bisogno di nient’altro che non sia ascoltare me stessa ed immergermi senza riserve in ciò che mi circonda. Non esiste concezione di bene e male, di giusto e sbagliato, di bianco e nero. Vale tutto ed il contrario di tutto. Purché sia vero ed autentico. Le certezze sono stravolte, i dubbi svaniscono in un tramonto di mille sfumature di rosso, le esigenze di un attimo prima non sono più esigenze e le preoccupazioni si dissolvono in quel senso profondo di gratitudine che si fa spazio nel tuo cuore e rimane lì, come un compagno di viaggio che ti tiene per mano e ti infonde serenità.
Gli occhi sono spalancati e godono di tutta quella bellezza, di quei colori così vivi, di quei sorrisi dai denti bianchissimi che si aprono davanti a te e ti accolgono come se anche tu facessi parte di quel mondo così perfetto e fiero nella sua povertà ed umiltà.
Le narici respirano profondamente i profumi delle spezie, dei fiori, dei frutti che ogni volta ritrovi e riassapori… come una fragranza che hai incontrato da bambina e riscoperto da adulta e che detiene tutta l’intensità di un odore familiare che inconsapevolmente si è ancorato alla tua memoria per riemergere non appena il tuo naso lo riconosce.
I sensi sono percettivamente amplificati e gli attimi di silenzio sono sacrosanti e preziosi per lasciarti travolgere da un vortice di sensazioni che rimangono solo tue e che senti di voler proteggere e prolungare.
Ed in quell’attimo preciso ed infinito, in cui il sole cala lasciando dietro di sé striature di luci ed ombre mai uguali, hai la certezza di appartenere a quella Terra e che quella Terra ti appartiene. E non ti importa di essere considerata pazza per l’impopolarità dei tuoi pensieri, o ingenua per lo stupore che traspare dai tuoi occhi. Tu sai che ciò che senti è quanto più si avvicina alla tua idea di Verità. E questo non potrà mai giudicarlo nessuno.
Chi è Cristina Valdata
Faccio l’agente di viaggi e l’accompagnatrice turistica; e la passione per i viaggi credo sia nata insieme a me. Amo viaggiare con stupore, con fiducia nel luogo che mi ospita, con il desiderio di conoscere più che posso di cosa pensa la gente che ci vive… se è felice, quanti figli ha, se è mai stata in Italia, sa ha avuto modo di studiare, come si preparano le polpette col sugo al curry piccante e cardamomo...
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