Magazine Per Lei

AFTER FIRENZE. Evviva la verità.

Creato il 02 luglio 2012 da Nina
AFTER FIRENZE. Evviva la verità.
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Giovedì 28 giugno
Dopo 2 ore di attesa, finalmente il Signor Primario mi concede cinque minuti del suo preziosissimo e richiestissimo tempo. Uomo dall'apparente sguardo sornione e dall'andatura svagata, ha invece un'arma molto affilata nascosta sotto il camice: lui è molto più che cattolico, è addirittura membro dell'Opus Dei. Muahahahah (rumore sordo di tuono in sottofondo). E che d'è? diranno alcuni. Sono andata a documentarmi che vi credete! 
Con l'appartenenza a questa istituzione dal nome alquanto esplicativo, 'l'uomo manifesta la sua volontà di contribuire al disegno di Dio in Terra'.  E come ci riesce? Ma semplice: "aiutando ogni persona che vive nel mondo a condurre una vita pienamente cristiana" (Wikipedia docet). Perciò deduco che il Primario dalla sua non ha solo la fede, ma anche l'ambizione a convertire il prossimo. E io ero lì, davanti a lui, come rappresentante del Male Personificato. Io, donna peccatrice che osa sfidare i disegni divini e la Sua volontà, cercando conforto e aiuto invece nella Scienza. Nina l'Eretica. Certo che avrei bisogno di una bella raddrizzata (e anche di una generosa azione di evangelizzazione e moralizzazione!). Va da sé che non pensavo di cavarci nulla di buono da quella visita, ma dovevo tentare. Nina la Temeraria. Mi siedo e gli faccio un quadro rapido della situazione, avvalorando le mie parole con un foglio preparatomi ad uopo dalla Lungimirante Gina: Colei che c'è sempre, anche se non è presente fisicamente, colei non mi lascia mai sola. Il mio personale dio insomma. Nel foglio lei spiegava in medichese la necessità di un intervento di asportazione delle tube per 'questo questo e quest'altro motivo', correlato anche di riferimenti bibliografici di riferimento (esistono delle Linee Guida denominate ESHRE, European Society of Human Reproduction and Embriology).  Tutto molto dettagliato, puntualizzato e preciso. Tutto molto convincente. Alla vista di parole come 'salpingectomia' e 'Fecondazione in Vitro' il Pio Primario strabuzza gli occhi esterrefatto. Poi mi incalza provocatorio: - Signora, questo è contrario alla nostra politica. Noi cerchiamo di favorire le possibilità di procreare in modo naturale - e marca la parola - non di azzerarle. Noi abbiamo come finalità quella di riparare e salvare, non togliere - - Lo so, lo immaginavo ma, vede, nel  mio caso non c'è più molto da fare. Capisce le mie tube sono danneggiate, spacciate: io NON ho speranza, mi rimane solo la Fecondazione Assistita - - Sissì...vediamo vediamo - e storce il naso. Mi fanno spogliare, prima e poi rivestire con un grembiulino, dopo. Poi mi fanno calzare delle scarpette di tessuto e mi fanno accomodare sul lettino. Parlo al plurale perché la stanzetta era affollata, oltre al doc c'erano una giovane dottoressa (forse la protetta) e un'ausiliaria. Apro le gambe, lui infila il dildo.  E qui avrei voluto poter filmare la sua faccia incredula, basita. Ah come avrei voluto! - Ma qui...ma qui c'è un'infiammazione ormai cronicizzata. Ma queste tube vanno assolutamente tolte. Non le daranno MAI una gravidanza - come se avesse avuto una rivelazione in quell'esatto momento.  Sulle prime mi sono limitata ad annuire, segretamente soddisfatta per la sua disfatta, ma poi ho voluto infierire un po', nel mio piccolo, aggiungendo un'ironico: - Dice? - - Eh si è. Si rivesta, la mettiamo subito in lista, me ne occupo io - Abbiamo vinto! Gina 1 Opus Dei 0.  Credo di essere l'unica donna che dopo un responso del genere è uscita dallo studio ridendo ed esultando, con tanto di gesticolazione appropiata. Ma ho i miei buoni motivi, mica so scema. Primo, finalmente, al terzo parere è chiaro e definito quel che va fatto, nessun se o ma. Finalmente si è deciso il meglio per me e per la mia salute, in modo chiaro e inequivocabile, senza l'ombra di un dubbio. Le mie tube sono spacciate, non c'è nulla che io possa fare, non dipende più da me. Secondo era importante che accadesse lì, in quell'ospedale, perché è l'unico a darmi al possibilità di fare tutto per agosto, il che significa non far slittare troppo in là la Fivet. Yes yes Yeeeesss. Tutto torna al suo posto, le cose tornano a incastrarsi nel modo migliore per me. Mo vi dico come la vedo io questa cosa della salpingectomia (faccio sfoggio della mia cultura): prima ho preparato il nido esterno, ora mi occuperò di quello interno, rendendolo ospitale e accogliente per il Nostro Amore.  (Sto diventando melensa lo sooo).

Venerdì 30 giugno Ore 11:00. Firenze è una ragnatela di macchine e gente. Firenze è un intasamento di traffico e confusione. Firenze è un parcheggio, trovato alla fine, per culo, quando ormai avevamo perso le speranze e accumulato ritardo e stress. Un parcheggio da 3 euro l'ora. Ma per la causa si fa questo ed altro, sorridiamo alla buona stella e ci facciamo a piedi la strada fino al Demetra, col sorriso sulle labbra, l'aria bollente e appiccicosa che brucia la pelle, l'asfalto rovente che mi ha lasciato per ricordo due belle vesciche sotto i piedi, manco fossi andata a piedi nudi. Giuro. Entriamo e la scena è surreale: uomini soli che aspettano, un paio di coppie sedute, foto, foto di pance, foto di bimbi. Una infermiera latina esce e chiama un nome: sia alza un uomo. Poi guarda noi e con l'occhio interrogativo aspetta di ricevere il nostro. Sulla lista non ci siamo. E ci credo, abbiamo sbagliato sede, quello è l'ambulatorio vero e proprio, i colloqui avvengono qualche civico più in là. Usciamo ridendo, ci guardiamo come chi è stato beccato dopo una marachella, con lo sguardo furbetto e divertito. Noi, quelli che fremono, che non vedono l'ora.  Noi, che già vorremmo essere lì, a prenderci i nostri embrioncini.  Noi, che se potessimo saltare le tappe già l'avremmo fatto. Senza pensarci su.  Senza farlo apposta abbiamo dato voce a questo desiderio, sbagliando involontariamente sede.  Entriamo nel palazzo giusto, accaldati, eccitati, gioiosi. Che in fondo stiamo andando a conoscere la donna che ci aiuterà a diventare genitori e il luogo che ospiterà i nostri embrioncini. Cazzo se è romantico! Poi lei ci chiama, la dottoressa. Mi piace, mi piace da subito, a pelle. Mi piace. Mi trasmette allegria e fiducia, tranquillità. E' come avere davanti una zia, premurosa e gentile, una zia che parla toscano. J'adore.  Ha visionato tutto, le mie analisi e le sue. Si è fatta un'idea della situazione e poi ha decretato: - Per me tu se' 'na tubaricha pura! - con inflessione toscana - Uh? - - Si, per me te c'ha ssolo un problema di tube, via. Per questo te non sei mai rimasta inscinta mai! Ovvio no! Devi toglierle pefforza, che cossì ti danneggiano ebbasta - - E l'antimulleriano da bradipo maschio che mi ritrovo? - E qui si è offerta di darmi la lezione che tanto aspettavo, la potrei intitolare: 'del perché l'AMH non è un esame attendibile e pertanto non va preso in considerazione'. Si, rimane che ho l'fsh un po' altino (indice di ovaia un po' pigra), ma nulla di preoccupante, pare. - E poi, parliamoci chiaro, a me basta che di ovulo te me ne fa Uno. Bono! E poi lei è ancora giovane, stia tranquilla, non ci fasciamo la testa prima del tempo! - Sommo gaudio, amo sentir parlare così: diretto, schietto e pieno di speranza e positività. - Senta e per quanto riguarda Lui, creda sia il caso di seguire il consiglio della Gina e fargli fare un'eco alla prostata?  - Ma por'omo no! No che non serve. Pensate alle vacanze ora... - E poi ci ha spiegato come avverrà il tutto, povera donna, ignara della mia ormai immensa cultura in materia. Ma sono stata ad ascoltarla con orecchie nuove e cuore puro, con lo stupore del bambino che scopre quello che sarà il suo futuro prossimo e nel vederlo prova gioia mista a commozione. Si, ci ha mostrato con immagini e foto tutti passaggi fino ad arrivare a lui, il Magic Moment: quello della divisione cellulare, dopo l'avvenuta fecondazione. Raccontato in modo così sicuro, che era come già esserci lì, come avere la vittoria in pugno.  Quella è stata la sensazione che abbiamo provato entrambi, andrà tutto così, liscio e pulito. - C'è la prima divisione in due cellule poi via via raddoppia fino a 8. In genere si trasferisce qui, quando ancora non ha raggiunto lo stadio della Blastociste. Ma nel suo caso io proverei invece, perché non ha particolari problemi, è giovane e in questo modo aumentano le probabilità di attecchimento - Che ve le devo descrivere le facce della sottoscritta e del duro del suo uomo? Una maschera di emozione e commozione: lacrime agli occhi e cuore a mille. Si, come se stessimo guardando già le foto del Pivellino, giuro!  E poi Lui ha fatto una domanda, la prima in tutto il colloquio. Ha preso coraggio e le ha chiesto quanti me ne avrebbero trasferiti, di blastocisti: due o tre? - No, tre no, ci sarebbe il rischio di parto plurigemellare. Due, per avere una buona percentuale di possibilità - E lì è scattato qualcosa in me, mai provato prima. Qualcosa che mi ha fatto ripensare alle cose che mi avete scritto, quando raccontavate delle vostre esperienze del post transfer: dell'amore che si prova da subito per quell'ammasso di cellule.  Io, davanti a quelle foto e alla prospettiva plausibile di una doppia vita nel mio grembo io, Nina la Nullipara, Nina mai rimasta incinta, ho sentito forte un moto di amore enorme per quei due esserini, tutti e due, che ancora non conosco ma che già sento dentro. E ho pensato, ho sentito che si, è vero, ne sarei stata talmente innamorata, fin dal primo istante così follemente innamorata, da poter desiderare solo che una cosa: partorirli entrambi Io, che ero terrorizzata all'idea, da quattro giorni non penso ad altro e non mi auguro che questo: avere due gemelli. Aiuto che mi sta succedendo? E' colpa anche dell'ultima Perla Doppia che ho pubblicato, mi ha messo addosso un'euforia all'idea che fermati! E perciò ora sono qui, a pensare a tutto questo con sollievo e una pacata serenità. I'm on my way, devo solo infilare un passo dopo l'altro, godermi luglio, l'estate e poi andare fiduciosa all'operazione ad agosto. Per poi vivermi gli ultimi giorni d'estate con la nuova prospettiva dell'avventura che mi aspetterà a ottobre, si perché la toscana ci ha detto che quello sarà probabilmente il nostro mese. E io non sto nella pelle! Vi voglio lasciare con un paio di fotine che ho scattato venerdì, le uniche. Si perché, a dispetto dei progetti e dei desideri, siamo dovuti fuggire da un'Assisi che pareva incendiata: sole ardente di giorno, di quello che taglia il respiro e le gambe, che ti strapperesti la pelle di dosso Con l'aggravante che anche di notte il caldo non dava tregua e mi costringeva a continue incursioni al bagno, per rovesciarmi manate sane di acqua ghiacciata addosso. La mattina di sabato eravamo in macchina, direzione Casa Windy. Perché soffrire quando puoi godere di tutti in confort del caso, condizionatore al primo posto e arietta fresca della sera dalle colline al secondo? Non ne vedo il motivo. Però venerdì sera abbiamo avuto la forza di concederci un aperitivo a un bar del paese (Santa Maria degli Angeli, proprio sotto ad Assisi). L'unico cubetto di ghiaccio incaricato di mantenere al fresco il drink ci ha messo ics a evaporare. Impressionante! AFTER FIRENZE. Evviva la verità. E per cena siamo saliti un po' più su, verso le Carceri di san Francesco. Lungo la strada c'è una piccola Taverna, che una volta si chiamava 'Le Carcerelle' e adesso invece qualcosa tipo 'degli Eremiti', o 'dell'Eremita'. Si mangiano cose casarecce e tipiche, come la torta al testo coi salumi, formaggi e verdure. E soprattutto all'ombra di alberi freschi :)

La particolarità è che se prendi posto nelle panche che si trovano nello spiazzo laterale al ristorante, quando è pronto loro ti chiamano dalla finestrella e sei tu ad andare a prenderti il cibo da solo. 
Se capitate da quelle parti dovete provare!
AFTER FIRENZE. Evviva la verità.
AFTER FIRENZE. Evviva la verità.
E ve lo dico, da oggi in poi, per tutta l'estate, il mio nuovo motto sarà proprio questo!
All you need is drink (eat) and love. Buona estate a tutti, godetevela più che potete! Per me è iniziata adesso :) AFTER FIRENZE. Evviva la verità.

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