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Agenzia delle Entrate, rischio evasione al Sud

Creato il 08 aprile 2014 da Makinsud

Nei giorni scorsi al Senato è stata presentata l’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco realizzata dall’Agenzia delle Entrate e i dati che emergono per la Calabria e per l’intero Mezzogiorno evidenziano un allarmante “rischio totale” di evasione fiscale.

La mappa presentata dallo studio statistico svolto dall’Agenzia delle Entrate mira a “comprendere i bisogni dei contribuenti e le realtà territoriali da amministrare e controllare e organizzare e pianificare le attività in modo differenziato sul territorio”. L’Agenzia delle Entrate ha così identificato una serie di aree tematiche sulla base della dimensione del bacino, della pericolosità fiscale, della pericolosità sociale, del tenore di vita, della struttura produttiva, della tecnologia e servizi e delle infrastrutture di trasporto. In tal senso, per compiere l’indagine è stato creato un database con 245 variabilidesunte da fonti amministrative e statistiche” e “tramite analisi di correlazione e fattoriali sono state selezionate le grandezze maggiormente significative“. Nell’indagine sono state selezionate 36 variabili utilizzate per il calcolo. Sulla base di tali informazioni, l’Agenzia delle Entrate ha suddiviso le province italiane in otto gruppi, attribuendo diversi titoli: “Niente da dichiarare”, “Stanno tutti bene” “Gli equilibristi” “Rischiose abitudini” “Rischio totale” “Non siamo angeli” “L’industriale” e “Metropolis”.

agenzia delle entrate

L’area “Metropolis”, le zone metropolitane di Roma e Milano, si caratterizza per avere forte dinamismo della struttura produttiva, valori medio-alti relativamente al disagio sociale, bacino di contribuenti molto esteso e alto tenore di vita, avendo pericolosità fiscale “medio-alta”. “Gli Equilibristi” hanno un modesto bacino di contribuenti, medio tenore di vita e media pericolosità fiscale. “Niente da dichiarare”, riferito a Campania e ad alcune province di Sardegna e Sicilia, hanno un piccolo bacino di contribuenti, alta pericolosità fiscale e bassa ricchezza.

Mentre, le “Rischiose abitudini” riguardano alcune province di Liguria e Toscana, oltre a Latina e Pescara, che hanno una modesta struttura produttiva, una medio-alta pericolosità sociale e un medio tenore di vita e pericolosità fiscale. Invece, “Stanno tutti bene” al Nord, dall’Emilia al Nord-Est veneto friulano, sono caratterizzate da un alto tenore di vita, bassa pericolosità sociale e fiscale, medie infrastrutture produttive e di comunicazione.

Infine, per l’Agenzia delle Entrate il “Rischio totale” è al Sud, in parte della Sicilia, della Campania della Calabria e della Puglia. Le province del Sud si caratterizzano, infatti, per un’alta pericolosità fiscale e sociale e un basso tenore di vita. Ed è in questa fascia che si trovano le cinque province calabresi di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, insieme ad Agrigento, Brindisi, Caltanissetta, Caserta, Foggia, Frosinone, Lecce, Napoli, Ragusa, Salerno, Trapani, Barletta-Andria-Trani.

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