Siccome in questi giorni molti siti hanno trasmesso la notizia che Coldiretti Piemonte fa decollare (penso non solo a Cuneo) l‘esperimento dell’agritata e ne ho parlato altre volte e recentemente su questo tema, lo riprendo per dimostrare che quando un’Organizzazione è propositiva , trova le risorse finanziarie sopratutto al di fuori dei rami secchi dell’agricoltura.
Pur essendo il Piemonte il luogo dove per primi hanno inventato l’agriasilo, vedi il sito della Piemontesina, ovviamente a Settimo Torinese , nell’hinterland di Torino dove il numero di abitanti e la carenza di servizi all’infanzia creano un buon connubio, hanno studiato perfettamente il bando di Conciliazione vita e lavoro del 2010-11 della Carfagna e hanno pensato che invece dei vincoli , spesso assurdi dei Piani di Sviluppo Rurali, sarebbe stato determinante attingere sul sociale ma con nuove professionalità e habitat rurali.
Un percorso di 400 ore con tirocini ed ecco (secondo me l’optimus sono le fattorie didattiche) che si possono formare le prime 30 operatrici tagesmutter rurali (chiamate agritate).
Perchè litigare con la tagesmutter urbana che, pur avendo molti limiti, ha, stante la flesibilità e i ridotti costi, un mercato in espansione, mentre è molto più conveniente creare servizi, semplici, alla portata dell’impresa agricola ma con valori educativi e alimentari che già si erogano!
Accordo con la società che gestisce in Italia la “mamma di giorno” , la Domus trentina, sui contenuti e poi affidare la formazione a strutture della coop. sociale. Integrazione, reti e si spendono con potenzialità i soldi pubblici.
Sarebbe interessante vedere come sono stati spesi i soldi di questo bando (40 milioni di euro) in altre parti d’Italia.
Penso che in alcune Regioni di questi servizi aggiuntivi o sperimentali i cittadini non se ne sono neanche accorti !
Del bando dico della Carfagna un pò…meno!