L’Olocausto danza al Teatro Carignano: più che un balletto di teatro, uno spettacolo-memorandum, come è stato autodefinito dalla Kibbutz Contemporary Dance Company.
Uno spettacolo di danza contemporanea basato sull’evocazione e sulla memoria dell’Olocausto, dei campi di sterminio, e del ricordo che il popolo israelitico ha di questa pagina buia della storia. L’allestimento minimale che evocava i treni e le musiche primitive, a volte scandite solo dai movimenti accentuati dei ballerini, sono riusciti a creare un’atmosfera angosciante, ma partecipativa, che ha catturato l’attenzione in sala lungo tutti i 75 minuti del balletto.
Aide Memoire, questo il nome della rappresentazione, è stato ospite al Teatro Carignano di Torino il weekend del 27 e 28 settembre, facendo il pienone in sala in entrambe le date.
È amaro però considerare come anche l’arte venga ad essere oggetto di battaglie politiche. Nei giorni precedenti lo spettacolo, ed anche nelle serate, fuori dal Teatro Carignano, diversi manifestatori pacifici hanno tentato di sabotare la messa in scena perché la compagnia, composta di soli ballerini israeliani, affrontava una tematica definita razzista: la Palestina come Stato d’Israele. Essendo un movimento pacifista, la resistenza allo spettacolo era solamente passiva, con passaggi di volantini ma con nessun episodio di violenza o di imposizione.
Più che un’opera sull’Olocausto, Aide Memoire è stata un’opera sulla memoria evocativa di questo. È un percorso emotivo quello inscenato dal coreografo israeliano Rami Be’er, che basa il proprio impatto sulla forza della mente di cogliere i sentimenti che animano i danzatori.