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Al Cinema: recensione "Attenberg" (ma più che altro una lunga analisi su quella che io considero una trilogia di devastante bellezza)
Creato il 09 marzo 2014 da Giuseppe ArmelliniNon è una trilogia ma per me lo è.
Chiamatela La Trilogia del Padre, chiamatela la Trilogia dell'Educazione, chiamatela la Trilogia del Misantropo o chiamatela semplicemente la Trilogia Greca, fatto sta che da oggi per me questa una trilogia sarà.
Dogtooth di Lanthimos
Miss Violence di Avranas
Attenberg della Tsangari
Tre capi d'opera venuti da una nazione che cerca di uscire attraverso l'arte da una situazione disastrosa, devastante. E' come se il trovarsi sull'orlo del baratro abbia portato le menti di quello stato ad accendersi e cercare un riscatto artistico creando a una nuova scuola cinematografica di straordinario livello, capace di analizzare l'uomo come pochi altri cinema al mondo.
E' impossibile, almeno per me, scindere i tre film tra loro, io li vedo come un solo, terribile, affascinante, straniante unico film, il Film Greco degli anni 2000.
Forse, ma soltanto forse, questo Attenberg non raggiunge il livello degli altri due (rispettivamente Miglior Film del blog 2011 e 3° miglior film del blog 2013) ma è l'ennesima conferma di trovarci davanti a una nuova scuola, che certamente conosce la lezione hanekiana, ma che con straordinaria originalità ci regala film comunque unici.
Trilogia del Padre l'ho chiamata.
Sì perchè in tutti e 3 i film la figura del genitore maschio è totalizzante, castrante, incredibilmente intensa.
Se il padre di Dogtooth poteva esser visto come una specie Creatore che ha plasmato a proprio piacimento i suoi Golem e quello di Miss Violence all'incirca la stessa cosa, anche se in maniera molto meno concettuale ma molto più "fisica", il padre d Attenberg è una figura senz'altro più positiva delle altre, anzi, quasi un buon padre, ma che come gli altri due ha chiuso sua figlia dentro una prigione di vetro al di fuori della quale era meglio non andare.
"Vorrei che stessi di più con gli altri" dice il padre ormai morente alla figlia.
"Ma se non l'hai mai voluto" gli risponde lei.
I 3 padri hanno chiuso i propri figli dentro un mondo innaturale creato da loro, li hanno plasmati, gli hanno insegnato la vita, chi più chi meno, in un modo aberrante.
Per questo ho parlato anche di trilogia dell'Educazione.
In Dogtooth è totale, totale, il mondo esterno non esiste proprio,l'unica realtà conosciuta è tutta e solo in quella casa. Lo stesso linguaggio è composto da parole inventate là dentro.
In Miss Violence l'educazione avviene attraverso esperienze inumane, devastanti, innaturali. E anche lì i figli sembrano quasi credere che quella sia l'educazione giusta. Fino a quel suicidio, iniziale sì nel film, ma dopo anni e anni di completo soggiogamento.
Qua la figlia, Marina, è molto più semplicemente una ragazza che il padre ha protetto da tutti, un padre misantropo che gli ha regalato e dato in "eredità" la propria visione del mondo.
E non è un caso che più il padre si avvicina alla morte più Marina comincerà a conoscere questo mondo di fuori fino a quel momento sconosciuto e visto con paura e disgusto.
Attraverso cosa?
Il sesso.
E anche qui possiamo arrischiare un'altra tematica che accomuna i tre film.
Se in Dogtooth e Attenberg il sesso è completamente sconosciuto ai ragazzi, tanto che si trovano in età ormai matura a non sapere nemmeno come si fa (fantastica la prima sequenza di Attenberg con un lungo e impacciato bacio lesbo che un'amica prova ad insegnare a Marina) in Miss Violence il sesso è invece presente in modo massiccio e aberrante. E non è un caso che Marina descriva gli atti sessuali che fa, perchè li sta imparando in quel momento, il sesso è visto come conoscenza.
Molto spesso una visione sbagliata del sesso (dovuta ad educazioni o esperienze traumatiche), o una non conoscenza di esso, porta a una vita "sbagliata". E per Marina scoprire piano piano e in maniera molto naturale il sesso (anche grazie all'umanità e comprensione del partner, interpretato tra l'altro da Lanthimos, il regista di Dogtooth, vedete che tutto è collegato?) porterà a una visione della vita e del mondo più centrata.
Critici molto più preparati di me potranno sguazzare nei tre modi in cui il sesso è presentato nei tre film.
Ma ci sono mille altri piccoli aspetti che accomunano le tre opere.
Il ballo ad esempio, quello ipocrita e finto del prologo di Miss Violence e i due assolutamente stranianti ed assurdi negli altri due film. In Attenberg addirittura le sequenze di ballo "innaturale" delle due amiche (quasi identiche a quello di Dogtooth) sono una specie di intermezzo che scandisce il film, ce ne saranno almeno 5 o 6. Ma più che balli forse possono ricordare certi movimenti animaleschi, e non è un caso che il titolo, Attenberg, sia la storpiatura di Attenbrough, un documentarista i cui filmati guarda sempre Marina. Perchè in Attenberg l'uomo (Marina) è primitivo, non conosce nulla, deve scoprire anche le cose più basiche, come un pò in Dogtooth, l'uomo è una specie animale in cattività che non conosce la società nella quale dovrebbe vivere.
Anche il linguaggio in questo è importante.
Se nel film di Lanthimos il linguaggio era uno dei tanti mezzi per creare una realtà "altra" ai proprio figli, in Attenberg padre e figlia si sfidano continuamente a duelli verbali, che siano vere e proprie contese uno contro l'altro oppure sedute di imitazione nelle quali i due si scimmiottano. Il linguaggio diventa mezzo per conoscere il mondo o forse ripararsi da esso.
Tra l'altro, pur se il rapporto è tutt'altro che normale e naturale, non si può negare come le scene tra padre e figlia rapiscano lo spettatore, arrivando a volte quasi a delle punte di lirismo o di fortissima commozione (lo scimmiottamento attraverso le mascherine ad esempio).
Le tre regie sono glaciali, come detto credo da tutti, il riferimento (sempre quello) ad Haneke è lampante, con questa violenza fredda, immobile.
E in tutti e 3 i film, film che se vogliamo mostrano una sorta di racconto di "formazione", c'è una specie di vendetta o tentativo di ribellione finale, quello di cui non sappiamo l'esito in Dogtooth, quello violento e definitivo di Miss Violence, quello più morbido ma comunque ugualmente decisivo in Attenberg.
E sempre una ragazza ne è protagonista, sempre.
Tre film incredibili, non adatti a tutti perchè altamente disturbanti.
Ma tre film che analizzano in maniera superba il potere devastante dell'educazione, il potere devastante del plagio, il potere devastante di costringere altri ad una vita che non ha niente di naturale.
E forse è bello che io lo abbia visto l'8 Marzo.
Perchè nel 90% dei casi della condizione di cui sopra sono vittima le donne.
Guardatevi questa Trilogia Greca.
Ma preparatevi, vi farà star male.
( voto 8 )
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