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Al Cinema: recensione "Necropolis - La città dei morti"
Creato il 13 settembre 2014 da Giuseppe Armellinifuori malissimo?
La prendete dal forno ed ha un aspetto orribile.
Probabilmente avete sbagliato qualche passaggio nella ricetta, probabilmente qualche ingrediente è stato messo un pò ad minchiam.
Non volete portarla a tavola, ci sono gli amici, ci sono i parenti, che vergogna.
Poi arriva lo zio che ne assaggia un pezzettino e dice:
"Ma sti cazzi che è brutta! è bona! portela di là, movete, mica dobbiamo vedella, avemo da magnalla".
Ecco, Necropolis è un pò così.
E' un film che sbaglia praticamente ogni passaggio da scena a scena.
E non solo, nella stessa scena sbaglia tutte le frasi e i dialoghi, gli ingredienti.
Eppure è buono, eppure ti lascia soddisfatto, eppure l'assaggi e ti sembra meglio di tante torte ben fatte che non sanno de na sega.
Per almeno 3/4 di film ci sembra di assistere ad una trasposizione di Tomb Raider.
La giovane archeologa, pure bona, col padre che fu anch'esso un grande archeologo ma ora è morto, le catacombe da esplorare, le frasi da decifrare, i marchingegni da azionare, persino passaggi subacquei che portano da una stanza all'altra, le reliquie, qualche mostro, qualche frana.
Mancano le pistole.
In realtà Necropolis è qualcosa di più.
Ed è quello il suo pregio.
Ed è quello il suo difetto.
Sì, perchè il film diventa una metafora di tante cose, della realtà parallela, dell'inferno, del senso di colpa, dei ricordi, del viaggio dentro sè stessi, del rettificare.
De che?
Del rettificare.
De che?
Del rettificare, che mica ho capito quel che significa nel film, con quello specchio al posto della pietra filosofale (Potter, me dispiace ma la frega -ragazza in perugino- t'ha fregato, l'ha trovata lei), con quel bacio curativo, con quel tuffo collettivo.
Ma non è che prima ce se capisce tanto di più eh, con la prima mezz'ora fatta di teorie assurde, ventenni che traducono l'aramaico al volo e poi in quattro e quattr'otto risolvono enigmi senza alcun senso.
"Allora, questo vuol dire questo, questo vuol dire che dobbiamo fare 115 metri in profondità partendo dalle Rue A Casacc, questo vuol dire che la cripta è dietro il terz'ultimo osso della sedicesima fila, questo vuol dire che il sopra è pure il sotto, questo vuol dire che dobbiamo rettificare, questo è il famoso Cardine Tolemaico che glie bacia i piedi e poi le mani, questa è la Porta Alchemica del famoso studioso SonCazzen, qui dietro c'ha da esse per forza un passaggio che in 500 anni nessuno ha mai visto, sì, è questo, entramoce, ecco, qui non c'è entrato nessuno da 500 anni, ma questo qui steso secondo te è vivo? ma no, è morto, pressochè morto direi, dato che qui non c'entra nessuno da 500 anni come dicevi, qui c'è un connubio, qui so cazzi, giramo di là, qui te lo dico io che c'è scritto, c'è scritto che so cazzi ancora peggio de prima, qui devi capì che te c'hai un figlio ma se lo neghi anneghi, qui uscimo che me scoppia la testa e so stata troppo intelligente finora, ve l'avevo detto che se andavamo alla rovescia andavamo dritti"
Insomma, un casino con pochi precedenti.
Ma il film affascina, le location son favolose, tutta la roba che mette dentro, con le immagini (pianoforte, fratellino, macchina in fiamme) simbolo dei ricordi e dei sensi di colpa, col coro necrofilo de Amici de Maria de Filippi che fa le prove in cripta, con l'uomo-talpa, con l'umo-marmo che all'andata sembra un semidio, al ritorno invece, siccome la ragazza ha fretta, piglia un cazzotto in bocca e giù, steso, con quel mostro incappucciato che sembra tanto la Morte, con le voci dei demoni nascoste nell'acqua, con il bellissimo e affascinante concetto della realtà a specchio destra-sinistra ma anche dell'inferno dantesco in cui per sbucar fuori devi scendere.
Insomma, il film affascina, prende, ha atmosfera e tante immagini buone.
Solo la nostra Lara Croft sa come la sceneggiatura riesce ad andare avanti ma noi ci fidiamo di lei, noi che non conosciamo il Cardine Tolemaico ci affidiamo a lei.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
( voto 6,5)
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