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Al di là della polvere. Nelly Sachs

Creato il 09 giugno 2012 da Vivianascarinci

Al di là della polvere. Nelly Sachs

Pendente dal cespo della disperazione
eppure in attesa che la leggenda dei fiori
avveri la sua profezia –

Esperto di magia
d’un tratto il biancospino fuori di sé
dalla morte s’è trovato nella vita

Voi che amate,
voi che anelate,
udite, voi, malati di commiato:
siamo noi che cominciamo a vivere nei vostri sguardi,
nelle vostre mani che vanno in cerca nella luce azzurra –
siamo noi che odoriamo di domani.
Già ci aspira il vostro fiato,
ci trae giù nel vostro sonno
nei sogni, che sono il nostro regno
dove la buia nutrice, la notte,
ci fa crescere.
°
Ma sotto il fogliame
di un assoluto isolamento
che muore solo per se stesso
dove si spegne ogni sguardo estraneo
rifiutando ogni incontro
anche d’amore
tu
che scruti nell’ignoto con i quattro volti del vento
sei re sui campi dell’intangibile
univoco come la dentatura dei morti
che ha resistito al disfacimento
e serviva solo a masticare
nel suo regno

- tramontato

#

La grandezza ha origini antiche e può farsi avanti anche con passo di colomba. Non la si può guadagnare né la si può ricompensare, tanto meno con i premi che la nostra società ha da offrire: con il successo cioè o con la celebrità. La grandezza è straniera al mondo e il mondo non sa associarla ad altra idea che a quella della fama che è a sua volta anche questa una replica antica. (…) Per quanto tuttavia la grandezza sia attributo della persone e non solo dell’opera, non ha carattere esclusivo. Al contrario è impensabile se non connessa a una funzione sostitutiva: Nelly Sachs si impegna per gli altri e per il loro mondo. Per la sua bocca parla qualcosa che è più grande di lei stessa. Quel mondo però è senza nome, non è definito. Con esso ha a che fare il mistero di un’opera che sempre, come la parola divina, è un mistero “rivelato”, estraneo a mistificazioni e a false profondità.

H. M. Enzensberger su Nelly Sachs

Nelly Sachs (Schöneberg, 10 dicembre 1891 – Stoccolma, 12 maggio 1970). Premi Nobel 1966.


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