Carissimo papà, sono passati due mesi da quando sei andato in cielo. Due mesi... 29 marzo... ed io che un tempo credevo nell'eternità della famiglia... Da una parte avevo ragione: la morte non ha spezzato affatto i vincoli familiari ed effettivamente li ha rafforzati donando loro la connotazione dell'eternità. l'amore è più forte della morte. Talvolta mi ritorna alla mente la voce di mia mamma quando mi ha annunciato la tua morte. Agli inizi non riuscivo a crederci... Tu, il mio caro papà... Tuttavia la pena che mi suscitava la sofferenza di mamma, m'indusse a farle coraggio. Che momenti! Vorresti che non capitassero mai!
Lungo il viaggio, caro papà, pensai alla tua anima. Pregai intensamente mentre case, villaggi e monti correvano accanto al treno. Tutt'ad un tratto il mio spirito fu invaso da una pace immensa. Sapevo che mi aspettavano momenti molto duri. Ti avevo visto nel 2010 e, adesso, ti avrei ribaciato morto. Ne avevo visti tanti, ma tu eri... sei mio padre, la cosa sarebbe stata diversa. Ma tu mi avevi dato una pace straordinaria, che rasentava l'incredibile... Accadde che giunsi a Genova alle 19.00. Vidi subito mamma alla stazione: era distrutta. Era la stessa Genova che avevo salutato nel 2010 ma c'era una nebbia di tristezza che aleggiava, leggera. Qualcosa mancava, qualcuno... Quel qualcuno eri tu.
Però eri presente... Il tuo dolore aveva lasciato quella bruma, ma adesso tu eri nella pace.
Il momento più intenso e pesante fu la sepoltura. Di fronte al tuo corpo senza vita, sentii una pace straordinaria, così come al funerale e quando baciai la tua bara prima di essere chiusa nel carro funebre. Ma quando fu calata nella fossa e cominciarono a dare di pala per coprirla di terra, sentii il distacco vero dal tuo corpo. Quei tonfi della terra sul legno della bara, sembravano martellate al mio cuore. Fu un attimo: la tua presenza era più forte di quel dolore. Ho avuto la percezione della continuità della vita, della sua eternità.
Con invariato affetto, tua figlia.