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Quando si parla di luogo di lavoro, capita di paragonarlo al più buio degli incubi, magari all'inferno. Per fortuna non è sempre così, ma se ci scrivo su... qualcosa vorrà pur dire. A tutti piacerebbe fare il lavoro della propria vita, rilassante, pieno di soddisfazioni, ma soprattutto in completa armonia con chi ci sta attorno. Ecco... spesso sta qui l'inghippo. Le relazioni professionali hanno un impatto significativo sul nostro lavoro e sulla nostra personalità. Forse le differenze d'età, forse quelle di sesso, forse più probabilmente quelle intellettive. Non fraintendetemi, non parlo di gente stupida piuttosto che intelligente. Parlo solo di comportamenti obiettivamente discutili. Sarà capitato anche a voi (non sto citando la Mina!), di trovare un collega... come dire... fortemente ostile! Il termine più corretto sarebbe testa di c***o, ma sarebbe un eufemismo e soprattutto non differenzia le varie tipologie. Se siete sfortunati davvero, potreste trovare più elementi dello stesso genere, nello stesso ambito lavorativo. Questo mix è senza dubbio letale, ma spesso si riesce ad uscire dal “tunnel”, magari cambiando lavoro o molto più semplicemente trovando sollievo fuori. Vivere tante realtà lavorative, ti permette di conoscere tante personalità diverse e soprattutto ti aiuta a crescere… o ad impugnare un kalashnikov e farli fuori tutti!!! In linea generale, i colleghi di lavoro si distinguono in “colleghi stretti” e “collaboratori”. Sembra non ci siano differenze, in realtà ci sono e solitamente non tardano a farsi notare. I “colleghi stretti” sono quelli che lavorano con te gomito a gomito, specialmente in un ambiente con tante persone. Sono quelli con i quali hai un rapporto più amichevole perché ci vivi per otto e forse più, ore al giorno. Sono quelli che dovrebbero conoscerti di più e che spesso di fanno inca**are perché, ovviamente, la vedono in modo differente dal tuo. Ci sta, sia chiaro. Capita che in gruppo di lavoro, si trovino spiccate personalità che rendono il team particolarmente unico! C’è il tipo menefreghista, quello che neppure la bora di Trieste potrebbe smuoverlo. E’ quello che sente, ma non ascolta. Quello che, mentre gli parli, sente le voci nella testa… tipo no woman, no cry... Terribile, e quando ti accorgi del personaggio, vorresti dargli una badilata in fronte, ma nella maggior parte delle volte, desisti e passi oltre. C’è il tipo sotuttoio, che in linea generale capisci subito che non sa propria una mazza. E’ quello che parla, sempre e comunque, spesso e volentieri a sproposito. Che si intrufola nelle discussioni più assurde, dove solo tu e probabilmente la CIA sono a conoscenza dei fatti. Eppure lui… si… lo sa bene! Perché l’ha visto da un amico o meglio ancora, l’ha provato nelle sue immense spalle da uomo vissuto. L’unica mossa da attuare nei suoi confronti, è l’accondiscendenza. Un po’ come i pazzi che tengono in ostaggio i dipendenti di una banca.“Tranquillo, andrà tutto bene… stai calmo!”. Attenzione! Dovrete esser accondiscendenti, ma senza dar corda, altrimenti innescherete una serie di stronzaggini atomiche che vi porteranno al delirio. C’è il fannullone, quello che, come il dizionario cita “persona pigra, che evita, in qualsiasi modo, di lavorare”. Quello è terribile, perché riesce a scomparire meglio di Batman nella notte, meglio di un cecchino pronto al tiro. E’ quello che, alla primo ostacolo, cerca di sviare gli impegni su qualcun'altro, che cerca scuse oramai banali, per rinviare tutto. L’indole del fannullone è difficile da cambiare e raramente riuscirete ad andarci d’accordo, se non siete come lui. C’è lo stacanovista, che conoscerete tutti. Io parlo di quello che lavora tanto e spesso troppo, ma non tanto per il piacere del lavoro in se, quanto per il “piacere” altrui. Lo stacanovista e il lecchino, potete trovarlo nella stessa persona. Quel personaggio che non perde occasione di sottolineare qualche mancanza davanti al superiore,oppure si lancia all’attacco del capo facendoli notare le inadempienze altrui. Pessimo elemento,vanto e neo di ogni azienda. C’è il grandissimo figlio di buona donna, quello che riesce ad avere due facce come il Barone Ashura (andate a leggere su Wikipedia!). Quello che con voi parla e sparla di un collega, mentre con l’altro fa altrettanto di voi. Quello che ride ad una vostra battuta, ma nello stesso tempo pensa che siete una grandissima testa di ca**o. Questo tipo di collega è più difficile da individuare nel gruppo, ma dopo aver focalizzato l’elemento, potrebbe essere sempre utile in futuro. Il GFDBD (per comodità) può trovare corrispondenza nella figura del collega donna. Capita che una collega, magari avvenente, utilizzi la tattica degli occhi dolci per risolvere un problema o semplicemente ottenere qualcosa in cambio. Questo sistema funziona nel 90% dei casi perché, si sa, l’uomo è abbastanza bestia e si lascia abbindolare da un dolce sorriso immaginando chissà che scenari libidinosi. In realtà si conclude tutto in un semplice grazie o al massimo un bacio sulla guancia.
I “collaboratori” sono sempre colleghi, ma un gradino sopra di voi. E’ il capo reparto, il responsabile del settore, il direttore, etc… Persone come voi, ma con responsabilità maggiori che spesso portano a pensare di avere capacità di giudizio universali su chiunque. Non sono facili da gestire e le diverse tipologie sopraelencate, posso andare bene anche per loro.
Insomma, l’ambiente di lavoro è la nostra seconda vita e spesso e pure la prima! Tante ore insieme a persone che a volte conosciamo meglio di marito, moglie, fidanzata/o, di parenti e amici. Alla fine dobbiamo sempre ricordare che si lavora per vivere e di certo non bisogna vivere per il lavoro. I nostri colleghi sono tali sino al momento in cui possono essere anche amici… altrimenti son colleghi e basta!
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