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Obsolescenza programmata. Che cos’è e come salvarsi.

Da Lemat @LeMatPercorsi

Cari amici lemattiani,
oggi inauguriamo la nuova categoria “GREEN” con questo articolo sull’Obsolescenza Programmata.

obsolescenza programmata
Hai mai pensato al complotto?
Sembra quasi che ci sia, il complotto, quando ti si rompe il finestrino dell’auto, ad esempio, e copri quanto costa ripararlo, oppure, quando tiri la maniglia della lavatrice e ti resta in mano e vieni a sapere che non è possibile cambiare oblò, se non per cifre con cui compri una lavatrice nuova.

Perché è questo che significa l’Obsolescenza Programmata: programmare prodotti che invecchiano in fretta o che si rompono.
E spesso, poco dopo la scadenza della garanzia…

Scopri cosa puoi fare per il tuo portafogli ed il tuo pianeta! 

1. Vero o Falso

Prima di tutto mi sembra necessario affrontare una questione spinosa: esiste veramente un’Obsolescenza Programmata  o no?
Sembra proprio di sì: la sua applicazione documentata risale al 1924 e riguardava i produttori di lampadine, che abbassarono volutamente la resistenza dei componenti, in modo da assicurare una vita più breve alla luce nelle nostre case.

Livermore_Centennial_Light_Bulb
E’ curioso, qui, sapere che esiste ancora un esemplare di “lampadina centenaria” che resta accesa dal 1901, la potete trovare in una caserma di Vigili del Fuoco a Livermore-Pleasanton (qui tutte le info sulla lampadina centenaria su Wikipedia).

Il fatto della lampadina, oltre a ricollegarci al discorso sulla documentazione sull’O.P., ci fa comprendere che, volendo, è possibile da tempo una soluzione alternativa, economica, ecologica, intelligente.
Ma continuiamo col “vero o falso”: altre prove arrivano da un pamphlet del 1932, pubblicato negli Stati Uniti e titolato “Uscire dalla Depressione attraverso l’obsolescenza programmata”, in cui l’autore – tale Bernard London – indica l’O.P. come soluzione alla grande Depressione Economica.

Infine, la prova delle prove, sono state le ricerche del trio: C. Kreiss (professore di Business Management all’Università di Aalen), S. Schridde (esperto in Business Administration) e J. Winzer (ricercatore universitario), commissionate dal gruppo dei Verdi tedeschi. Ti risparmio i dettagli tecnici, ma arrivo al dunque: sono state riscontrate una grande quantità di fragilità strutturali facilmente eliminabili: dal difetto di funzionamento (apparecchi con pezzi integrati), blocco del sistema o del prodotto (cartucce della stampante), problemi di incompatibilità, uso di meccanismi che solo i centri autorizzati, per prezzi indecenti, possono sistemare.

Molti altri dettagli li trovate nell’ebook: Usa e Getta – le follie dell’Obsolescenza Programmata.

2. “Perché?” e danni collaterali

Perché pensare ad un invecchiamento programmato?
Per fare in modo che la produzione non si arresti.
Sicuramente negli anni della Depressione, poteva sembrare un’idea intelligente: se gli oggetti sono programmati per rompersi, allora di certo di sarà nuova richiesta e, quindi, il mercato non avrà mai fine. E con esso la produzione.

macchine-invendute
La produzione, però comporta sempre anche una produzione di materiali di scarto.
Non so se ne hai mai visti in giro, ma esistono interi campi di calcio (ed aree anche più vaste) piene di materiali di scarto. E non solo… recentemente mi sono imbarcato in una navigazione online che mi ha condotto a scoprire anche altri immensi spazi completamente dedicati a… parcheggiare auto nuove, ma fuori commercio!

Questo accade quando pensiamo al denaro e non al pianeta, cioè alla vita di tutti coloro che lo abitano, ora e nelle prossime generazioni.

3. Che cosa poter fare per salvarsi e salvare il pianeta

Le possibilità sono moltissime, ad iniziare dalla raccolta differenziata e controllata, per smaltire le montagne di rifiuti.
Poi si può fare appello a delle raccolte firme per rimettere in commercio tutte quelle auto nuove, ma dovremmo affrontare un calo di lavoro che potrebbe significare licenziamenti. Forse sarebbe più opportuno, allora, pensare ad un commercio “on demand”, sempre più possibile – oggi – grazie alle nuove tecnologie come quelle della stampa 3d (qui ne trovi un ottimo esempio homemadehttp://www.designforcraft.com/).
Un’altra idea è quella del pay4use, secondo la quale esisterebbero una quantità limitata di beni, dei quali si paga l’uso effettivo. Su questo principio si basano le attività di car-sharing, ad esempio.

consumi verdi
Ma soprattutto, forse, è necessario limitare i consumi e, con essi, intendo non solo il consumo fisico di beni, ma anche quello “mentale”: prima di comprare qualcosa, forse, è il caso che ti chiedi almeno per una ventina di giorni se “ti serve veramente” e nel frattempo provi ad andare avanti senza, utilizzando altro al suo posto. E’ anche un esercizio di creatività

Infine, credo che il Nuovo Mondo abbia bisogno di persone capaci di saper fare: imparate quindi fin da subito i principi dell’autocostruzione (youtube ne è una fonte inesauribile), grazie alla quale potrete imparare ricette di cucina, ma non solo. Ci sono istruzioni per costruire pannelli solari (per scaldabagno), forni in terra cruda, forni solari, case in paglia (magari non su youtube ^_^) e moltissime altre interessanti (ed ecologiche) soluzioni.

Bene… l’articolo è terminato, per cui, potete passare dal leggere al fare!
^_^


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