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Carismatico, con occhiali da sole, voce pacata e fare patriottico, Al Sisi ha detto "Non vi ho mai chiesto nulla, questa volta vi chiedo un favore, scendete in strada il 26 Luglio egiziani di buona volonta'"
"Scendete" ha continuato"per darmi il permesso ed il mandato di combattere il terrorismo e la violenza" e per mostrare al mondo che voi volete l'Esercito e che non e' avvenuto un Colpo di Stato.
Un discorso che ha commosso i manifestanti che il 30 Giugno scorso (ne parlammo qui) invasero le strade del Cairo e di tante altre localita' chiedendo a gran voce un intervento militare che mettesse fine al regime di Morsi.
Da allora Al Sisi e' divenuto il nuovo eroe nazionale, paragonato a Gamal Abdel Nasser, considerato l'unico uomo politico di questo Paese interessato realmente alle sorti dell'Egitto.
Non avete letto male, ho proprio detto uomo politico.
Come altro potremmo definirlo in effetti?
Attuale vice primo ministro del nuovo governo transitorio (composto tra l'altro da personaggi del regime di Moubarak) e Ministro della Difesa nonche' uomo di potere indiscusso ed incondizionato.
Al Sisi chiede ed il Popolo (non tutto) risponde.
Le reazioni al suo discorso non si sono fatte attendere e gia' da mercoledi' sera le strade e la gente si organizzavano per oggi.
Ieri manifesti e striscioni hanno ornato tutti gli alberi del mio quartiere e volantini lanciati
nelle auto o attaccati sui vetri delle macchine, chiedevano al Popolo di scendere in strada.
La televisione si e' impegnata a piu' non posso nel sostenere l'esercito di salvezza, con video commoventi che ritraevano squarci del discorso di Al Sisi e immagini del 30 Giugno il tutto condito da canzoni patriottiche e rivoluzionarie.
I giornali hanno sostenuto Al Sisi dedicando copertine e prime pagine in cui chiedevano al Popolo di scendere e supportare l'Esercito di salvezza.
Addirittura giornaliste si sono offerte probabili mogli di Al Sisi qualora egli volesse esercitare il suo diritto islamico di sposare quattro donne.
"Al Shaab, el shorta wel ghish id wahda" Il Popolo, la Polizia e l'Esercito, una mano sola.
Questi i slogan di Piazza Tahrir e questo e' quello che passano i media egiziani.
Una campagna ferrea attuata dall'Esercito, condita di censure (continuano ad essere proibiti i talk show politici; un giornalista del quotidiano El Shorouk si e' visto censurare il suo articolo anti militari; Al Robaa al Adaweya, la piazza dove dal 28 Giugno si trovano i Pro Morsi e Anti Golpe continua a non venir mostrata dalle televisioni egiziane) e dedicata a quella grande fetta di Popolo che nell'Esercito ci crede davvero e che in esso vede l'unico rimedio e l'unica soluzione nonche' l'unica maniera per riavere quell'Egitto che la Rivoluzione del 25 Gennaio ha portato via.
Perche' siamo sinceri, gli egiziani adorano l'Esercito, adorano essere rappresentati da un uomo di potere assoluto che comandi con man forte il Paese.
Se Al Sisi si candidasse alle elezioni presidenziali, sono certa che vincerebbe senza bisogno di ballottaggio.
Ormai e' un mito, le sue gigantografie sono dappertutto, il potere che emana ha affascinato gli egiziani riportandoli al regime di Moubarak quando una parola era legge.
Esattamente come ora.
Il discorso di Mercoledi' scorso di Al Sisi era riferito, sopratutto, al combattere la violenza che nei giorni scorsi si e' impadronita del Nord Sinai, dove diversi attentati terroristici hanno ucciso militari e uomini della polizia.
Pero' mi chiedo, da quando in qua l'Esercito per svolgere il suo lavoro, ovvero per difendere il Paese, chiede il permesso al Popolo?
Cosa si cela dietro questo film romantico e rivoluzionario, che per la prima volta mette Popolo e Forze Armate allo stesso livello?
Ovviamente interessi e potere, ovviamente avidita' ed ovviamente il bisogno di leggittimarsi e leggittimare ogni singolo avvenimento che da oggi si compiera' in questo Paese.
L'Esercito si e' rimesso in gioco ( o forse non se ne era mai andato) , e' rientrato ufficialmente in politica, approfittando del clima di terrore del Nord Sinai ora e dell'incapacita' governativa di Morsi il 30 Giugno.
Ora nessuno lo spostera' piu' e nessuno mai avra' il coraggio di contraddirlo.
Il Popolo ha risposto alla chiamata di Al Sisi e manifestazioni oceaniche hanno riempito le strade di tutto l'Egitto, da Nord a Sud.
Migliaia e migliaia di persone si sono riversate nelle Piazze di Damietta, Kafr El Sheik, Daqaleya, Port Said, Daqaleya, Sharqeya, Ismaleya, Nord e Sud Sinai, Mar rosso, Alessandria d'Egitto, Gharbeya, Mounufeya, Baharia, Il Cairo, Beni Suef, Luxor, Aswan, Minya, Assiuot, Sohag.
Marce Pro Esercito sono partite da diversi punti di queste citta' riversandosi nelle piazze principali.
Ed i Pro Morsi e gli Anti Golpe, come hanno reagito?
Innanzitutto c'e' da dire che non tutti gli egiziani hanno partecipato alle manifestazioni Pro Esercito. Molti attivisti e giornalisti si sono astenuti, il Partito Salafita Nour ha condannato il discorso di Al Sisi e con loro anche il Movimento del 06 Aprile ed i Socialisti rivoluzionari egiziani.
Ovviamente i Fratelli (non) musulmani hanno condannato anche loro il discorso dicendo che l'unico scopo delle parole di Al Sisi erano quelle di effettuare un massacro democraticamente accettato dal Popolo.
Questo pensiero e' al momento condiviso da molte persone, politici ed attivisti, che credono che le parole di Al Sisi abbiano provocato una spaccatura tra il Popolo.
Nella rete, da ieri, girano immagini con su scritto
"O sei con noi o sei un terrorista" riferito a chi non supporta l'Esercito e le manifestazioni avvenute oggi.
L'immagine attuale, date dai media, e' che chiunque supporti Morsi o la Fratellanza o definisca l'accaduto il 3 Luglio un Colpo di Stato, sia un terrorista.
Personalmente questo e' per me inaccettabile.
E' inconcepibile essere arrivati ad un momento in cui la liberta' di opinione sia una condanna o un etichetta addirittra da terrorista.
Ma che fine hanno fatto gli ideali per cui quasi 1000 persone sono morte a Gennaio 2011?
Non richiedevamo la liberta' di scegliere?
Con che coraggio a Tahrir si mettono i volti dei martiri accanto alle gigantografie dell'esercito (che nel dopo Rivoluzione uccise tantissimi giovani) e si urla alla democrazia?
Mentre vi scrivo le strade sono ancora pienissime.
In molte citta' le piazze si sono riempite a favore di Morsi e contro il Colpo di Stato.
Migliaia e migliaia di persone sono scese in strada a Il Cairo, Alessandria d'Egitto, Al Gharbeya, Minya, Assiuot, Sohag, Luxor, Aswan.
Intanto Robaa al Adaweya dal 28 Giugno e' piena ad oltranza ma le proteste sono destinate a a finire in quanto Al Sisi ha dato un ultimatum (ovviamente democratico) fino a Sabato pomeriggio affinche' le manifestazioni finiscano e tutti tornino a casa.
Conosco persone che da stamani sono a Tahrir con i loro figli ed ancora non sono tornate, e persone che dal 3 Luglio dormono a Al Adaweya spostandosi da li verso il proprio lavoro.
Ho profondo rispetto per chiunque supporti e combatta per il proprio ideale, anche se io non lo condivido, e mi chiedo perche' anche gli egiziani ed i stranieri residenti, non riescano a fare lo stesso, anziche' gettare fango su una o l'altra fazione perche' non corrispondente a quella che si condivide.
L'odio che traspare in rete, tra egiziani, che definiscono i pro Morsi terroristi e che addirittura stilano liste di sostenitori conoscenti da escludere dalla propria vita sociale, e' un qualcosa che mai avrei immaginato di vedere in Egitto.
Spero di sbagliarmi, ma non vedo nulla di positivo nel discorso di Al Sisi.
Mentra a Tahrir Cristiani e Musulmani digiunano insieme e le campane della chiesa suonano in contemporanea con la chiamata della preghiera del Magreb (il tramonto) segnalando all'unisono la fine di una giornata di digiuno (video qui) in rete continua la guerra ai Pro Morsi da parte di coloro che supportano l'esercito, quell'Esercito che per fame di potere sta spaccando ogni giorno di piu' questo Paese.
Intanto Morsi e' stato condannato a 15 giorni di detenzione per collaborazione con Hamas e spionaggio ed i Leaders dei Fratelli (non) musulmani sono barricati nella moschea di Robaa al Adaweya per non essere arrestati.
E' di ieri la dichiarazione folle di Badia, guida spirituale della fratellanza che definisce il Colpo di Stato e l'arresto di Morsi peggio della caduta del Kabaa della Mecca.
Finora sono 5 le vittime (tra cui un ragazzino di 14 anni) e cento i feriti degli scontri avvenuti oggi ad Alessandria d'Egitto tra Pro Morsi e Anti Morsi.
Domani e' Sabato, e secondo l'ultimatum di Al Sisi, nessuno dovra' piu' manifestare per Morsi e contro il Colpo di Stato. Adly Mansour, il Presidente ad interim, garantisce ai manifestanti Pro Morsi che non saranno perseguitati o arresti e giorni fa volantini con su scritto la stessa cosa sono stati lanciati dagli aerei militari sulla Piazza di Nasr City.
Naturalmente, democraticamente parlando, rimaniamo in attesa di una nuova chiamata per riempire di nuovo le strade e far vedere al mondo che l'Esercito ed il Popolo sono uniti, esattamente come una volta.
60 anni di regime militare non si dimenticano in un anno.
La storia insegna.
Dal movimento dei liberi giovani egiziani
Non sono un terrorista Non sono un membro dei Fratelli (non) Musulmani Sono semplicemente un cittadino egiziano contrario al Colpo di Stato e il ruolo oppressivo dei militari. Sono Pro democrazia. Chiediamo forse troppo?
*******
I'm NOT a Terrorist
I'm NOT a Muslim-Brotherhood member
I'm simply an Egyptian citizen .. against coups and oppressive military rule
I'm pro-democracy ..
Is that too much to ask for?!!
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