Posted 2 febbraio 2014 in Albania, Balcani Occidentali, Slider with 0 Comments
di Lavdrim Lita
In Albania ci sono state proteste civili da parte degli ambientalisti e dibattiti politici sul progetto della centrale idroelettrica che il governo della Macedonia vorrebbe costruire al confine fra i due paesi. La costruzione della centrale idroelettrica devierebbe il letto del fiume Radika che si immette nel Drini Nero, una delle principali fonti idriche per le centrali elettriche situate nel nord dell’Albania.
Il dibattito politico si è acceso quando il premier albanese, Edi Rama ha twittato “Il fiume Radika, molto rumore per nulla”. In modo telegrafico Rama ha aggiunto: “Primo, non c’è alcun progetto, secondo, niente potrebbe essere realizzato unilateralmente e terzo, non c’è alcuna possibilità che acconsentiremo ad una violazione dei nostri interessi”.
“Lumi Radika” shume zhurme per asgje! 1.Ska projekt 2.Ska gjase te kete fillim te njeanshem 3.Ska shans te lejojme prekjen e interesit tone!
— Edi Rama (@ediramaal) 20 Gennaio 2014
Ma il progetto c’è, eccome. La smentita è arrivata dalla Banca Mondiale. I funzionari della Banca Mondiale a Skopje hanno detto a Voice of America che, su richiesta del governo macedone, la Banca Mondiale sta lavorando al progetto di energia “Lukova Field“, che mira a migliorare le prestazioni degli impianti esistenti e la costruzione di una nuova centrale idroelettrica. La Banca Mondiale sta facendo valutazioni sul progetto dal 2011 e considera che la quantità di acqua deviata fornita alla cascata di Mavrovo sarebbe meno di 2 metri cubi al secondo, molto inferiore a quella prevista dalla convenzione di gestione dell’acqua tra l’Albania e la Macedonia.
Ma poiché questa deviazione di acqua influisce anche sui fiumi dei paesi vicini, come l’Albania, il Kosovo e la Grecia, secondo le regole della Banca Mondiale, questi paesi dovrebbero esserne messi a conoscenza. Il progetto “Lukjova Field”, che non è stato ancora approvato dal governo macedone, ha incontrato difficoltà dovute a considerazioni ambientali e le obiezioni dei cittadini macedoni-albanesi, in quanto si prevede di essere costruito in un parco nazionale.
Per calmare le acque i ministri dell’Ambiente e dell’Energia macedoni e albanesi si sono incontrati a Tirana ed hanno dichiarato che non valeva la pena di discutere adesso del progetto, perché è solo un’idea su carta. La parte albanese ha sottolineato che l’opposizione specula su questa questione, ma i ministri macedoni hanno detto che il progetto sarà finalizzato nel mese di giugno, ma sarà realizzato solo se il governo albanese accetta. A nome del Partito Democratico, il capo dell’opposizione Lulzim Basha ha esortato il premier Edi Rama a chiarire il progetto per il fiume ‘Radika’. Basha ha chiesto il premier Edi Rama di reagire e proteggere gli interessi nazionali.
Al contempo ha reagito anche il premier della Macedonia, Nikola Gruevski che ha detto: “la decisione finale per l’attuazione del progetto “Lukova field” dipenderà dallo studio della Banca mondiale”, rassicurando i residenti della città di Dibra con la certezza che il suo governo non attuera’ alcun progetto che metta a repentaglio i cittadini e l’ambiente.
La questione della deviazione del fiume Radika attraverso il progetto di “Lukova field” per produrre energia elettrica in Macedonia è venuta all’attenzione del pubblico in Albania dopo che i media hanno pubblicato una relazione a porte chiuse della Commissione Affari Esteri, su richiesta di alcuni membri alla fine dello scorso anno. Fino a giugno quando la Banca mondiale finirà le sue consultazioni, questa storia alimenterà il nazionalismo, le proteste pubbliche e le reazioni politiche da entrambe le parti.
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