Si è svolta oggi una grande manifestazione a Tirana, una delle maggiori dall’inizio delle proteste oltre un anno fa, che ha visto oltre un migliaio di studenti universitari scendere nelle strade della capitale albanese per dire “no” alla riforma dell’istruzione superiore, varata dal Governo del premier Edi Rama e duramente contestata da gran parte del mondo accademico.
Studenti e professori del comitato Për Universitetin, che hanno marciato in un corteo partito da piazza Madre Teresa, si sono infatti raccolti di fronte all’ufficio del primo ministro per manifestare il loro dissenso nei confronti di una legge che, secondo quanto sostengono, non affronta i problemi reali del sistema Universitario, quali la corruzione dilagante, i costi elevati per chi vuole conseguire una laurea e le poche opportunità di lavoro ma, al contrario, punta solo a favorire gli istituti privati, dirottando i fondi destinati all’Istruzione pubblica verso questi ultimi, coprendo la spesa tramite l’aumento delle rette delle università statali.
Altro punto molto contestato di questa riforma è il tentativo dell’Esecutivo di limitare al minimo la possibilità di voto e rappresentanza degli studenti, incrementando invece notevolmente l’influenza che potranno esercitare i funzionari del Governo nella gestione dell’Università.
Questa sollevazione ha molto in comune con le proteste studentesche che si stanno svolgendo in questi mesi nella vicina Macedonia, guidate dai comitati Student’s Plenum e Professor’s Plenum, i quali infatti, con striscioni e slogan, hanno manifestato oggi la loro solidarietà agli studenti albanesi.
Nonostante la stampa nazionale tenda a passare sotto silenzio queste iniziative, promosse principalmente tramite i social networks, le manifestazioni stanno vedendo una partecipazione sempre maggiore che però, al momento, non ha ricevuto alcuna risposta da parte del Governo, il quale sembra voler proseguire deciso per la propria strada.
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