Yellow letters, “Totem e tabù”: Dicono che la RAI si sia rifiutata di mandare in onda uno spot promosso dal dipartimento per le Pari Opportunità per insegnare ai suoi fruitori il significato di un’ulteriore parola, che qui giocherà un ruolo importantissimo, e che si chiama rispetto. Dicono che la decisione di non mandarla in onda sia nata dalla presenza di due parole che, sembrerebbe, alla RAI non vanno bene.
ciwati, “Raccolgo la sfida”: Per me non c’è alcun problema, caro Alessandro. Dove e quando vuoi. Per esempio a Parma, domenica, quando lanciamo forse la prima iniziativa di confronto tra M5S e Pd. Vieni? Oppure, ancora, perché non incontrarci alla Camera, nei prossimi giorni, informalmente o provare a costituire quello che potremmo chiamare un intergruppo per il cambiamento, che affronti le «cose mai viste» in questi anni nella politica italiana? Così ci confrontiamo sul serio, superando gli steccati e le incomprensioni degli ultimi giorni.
Luca De Biase, “La trasformazione del pc”: I terminali mobili riescono a soddisfare gli utenti nel consumo di informazioni e servizi, meno nelle loro attività produttive, anche se a questo aspetto sembrano rispondere molte applicazioni dalle funzionalità sempre più interessanti (per la fotografia per esempio). D’altra parte, i terminali mobili non si sviluppano in un ambiente neutrale, come invece avviene per i pc connessi alla rete fissa: significa che il potere dei produttori e degli operatori è molto grande, tanto che possono senza problemi bloccare le innovazioni che non gradiscono o che avvertono come concorrenziali con il loro business.
jumpinshark, “L’inviata di punta e soprattutto di tacco di Repubblica” (il sessismo su ByoBlu)”: La macina del fungo è una rubrica a periodicità irregolare sul giornalismo e paragiornalismo ospitato nel sito di ByoBlu. Oggi vediamo il sessismo all’opera in un post di Francesco Borgonovo che critica un articolo di Concita De Gregorio (e questo intervento è quindi il terzo lavaggio in lavatrice).
Linkiesta, “Lombardi, la grillina incapace che spacca Roma”: Complice la bulimia dei media, sembrano lontani i tempi in cui, appena nominata capogruppo, veniva subissata di accuse per quel post galeotto in cui tratteggiava il fascismo in modo equivoco. Eppure, tempo qualche giorno, e a fine marzo la Lombardi era di nuovo sulla graticola per un articolo a suo nome sul blog di Grillo a proposito della «porcata di fine legislatura», leggasi i pagamenti della Pa alle imprese. Anche qui un vespaio di polemiche, seguite dall’intervento di Angelo Baglioni e Tito Boeri che, dati alla mano, hanno sbugiardato la tesi dell’imprudente capogruppo.
Il post internazionale, “La guerra della Thatcher”: Tuttavia nuovi documenti privati della Thatcher, svelati solo di recente, offrono uno spaccato di quei giorni parzialmente diverso. Testimoniando, in particolare, l’ampia varietà di vedute sulla guerra all’interno del partito Conservatore. Certo, non è un mistero che alcuni esponenti di spicco del governo, fra cui i ministri degli Esteri e della Difesa, nutrissero dubbi sulla fattibilità dell’operazione. Ma le nuove fonti gettano luce su incertezze molto più profonde ed estese di quanto si credesse; e contrastano con l’immagine diffusa di una forza politica fremente, nel complesso, di convinto orgoglio nazionale.
Canzone del giorno
The National – Don’t Swallow the Cap