
da la scheda del libro…
…Nulla di quanto scrive Busi potrebbe essere scritto, se non come lo scrive lui. E’ il risultato di un talento, di una disciplina e di un’abnegazione fuori dall’ordinario; ma è anche quanto dà al lettore l’occasione di ritenerlo scostante, eccessivo, contingente, ripetitivo, narcisista. A quel lettore si vorrebbe assicurare che nello specchio che l’autore ci tende, dopo averlo usato, l’immagine di Busi non c’è più. O il lettore ci mette la propria o confermerà la prima metà dell’incipit della favola: “C’erano una volta gli altri”. E, poiché non lo vorrà, non verrà a sapere che la letteratura di Busi è questa occasione per non morire, per rivedersi.
da leggere
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