Magazine Mondo LGBTQ
Pubblicato da Ismeca libri di Bologna. Dai primi di ottobre si trova in tutti i bookstore online e anche nella pagina del sito della casa editrice. Parliamo del libro di Alessandra Di Martino. Libro che fin dalla sua uscita ha catalizzato l’attenzione dei lettori. Una storia particolare. Vissuta con dignità e raccontata con pudore ma che rivela fatica e forza.
Ad Alessandra poche domande per cercare di scoprire chi è oggi “Alessandra Di Martino”
D: Alessandra, prima e dopo il libroR: Alessandra Di Martino prima del libro era una donna che è riuscita a farsi avanti, a vivere la sua vita “da donna” sin dalla più tenera età, ed era una donna che , al risveglio dall’intervento chirurgico per la riattribuzione del sesso, a 20 anni, si chiedeva, dopo aver raggiunto un così grande traguardo, ad una così tenera età, cosa potesse adesso aspettarsi dalla vita. Alessandra Di Martino dopo il libro, è una donna “consapevole” di se stessa e del mondo che la circonda. Una donna che non nasconde il suo passato, con le luci e le ombre che lo hanno attraversato, ma è una donna che è “uscita allo scoperto” per la seconda volta, rendendo la sua storia di dominio pubblico, affidando il suo trascorso alla comunicazione, perché chi non comunica è morto. E la società si evolve grazie ai piccoli cambiamenti che realizza ognuno di noi.
D: Sulle recensioni che ho letto la parola che ricorre più spesso è “coraggio” . In cosa sei stata coraggiosa e di cosa eventualmente ti penti.R: Sono stata coraggiosa nel raggiungere subito la consapevolezza di quella che ero e che volevo essere, e di riuscire ad essere convincente anche con le persone che mi circondavano. Non ci sono delle cose di cui realmente mi pento, perché alcune scelte le ho dovute fare in extremis, perché non avevo altre alternative. Mi pento di non essere riuscita a laurearmi, di aver abbandonato gli studi presto, e di essermi presa un Diploma serale , poi, nella speranza di recuperare il tempo che ho impiegato per raggiungere il mio obiettivo: “diventare donna anche esteriormente”. A scuola ero una secchiona, una dei primi della classe,premiata anche con il “Diploma di Merito”. Eppure spesso nella vita sono uscita sconfitta. Un’insegnante, l’ultimo giorno di scuola, alle medie, ci disse: “Adesso uscirete da qui, e vi imbatterete nelle intemperie della vita. Gli ultimi saranno i primi e viceversa. Magari quelli che non abbiamo bocciato per compassione avranno un buon posto di lavoro grazie ad una buona pedata, e quelli con i voti alti, magari vi ritroverete in mezzo ad una strada (come capitò a me) perché sarete meno fortunati e nessuno vi aiuterà, ma abbiate fede, la vita prima o poi, premia!” E adesso che nonostante tutto, sono riuscita a farmi apprezzare da una casa editrice, nonostante non abbia una laurea in letteratura e sono arrivata a pubblicare il mio libro, credo che almeno la soddisfazione stia arrivando. Una cosa di cui mi pento risale ai miei 17 anni. Dissi ai miei che ero ad una gita a Palermo, ed invece, firmando un’autorizzazione falsa, mi sottoposi al mio primo intervento chirurgico,al seno. E al risveglio, quando mi trovai completamente sola, lontana da casa, ed in pericolo di vita perché non riuscivo neanche a muovermi o respirare, mi resi conto che per preservare l’opinione degli altri, ero stata spietatissima con me stessa.D: Tutti d’accordo a dire che il tuo libro contiene verità sconvolgenti. Oggi che non ti prostituisci più. Che vivi una vita normale con persone “normali” un compagno ti manca?R: Io mi sono anche sposata a 23 anni, con un ragazzo mio coetaneo. Mi sono misurata anche nei rapporti di coppia. Quella storia finì proprio perché il mio ex marito non voleva che parlassi mai del mio passato, come se fosse una malattia dalla quale ero guarita. Ma ciò che siamo nel presente è anche grazie a ciò che eravamo nel passato. Quindi, chi decide di vivere con noi, deve conoscere anche bene il nostro trascorso anche perché non ci sono solo cose brutte da raccontare ma anche occasioni di crescita e spunti per conoscersi meglio. Per il resto la mia vita di coppia è stata sempre “normale”. Ed ho vissuto le mie relazioni con gli uomini come qualsiasi altra donna. Io sono una donna in continua evoluzione e credo che “il compagno giusto” arriverà. Mi piace pensare che una bella storia d’amore possa durare per sempre. Finora ho avuto delle belle storie, molto intense, ma con un inizio ed una fine.R: C’è una frase di Piero Marrazzo che ha quasi “sdoganato” la figura del trans: I trans, tra tutti quelli che offrono amore mercenario, sono quelli che hanno una capacità di “accudimento” straordinario. Sono donne all’ennesima potenza. Oggi che tu sei una donna, mantieni ancora quell’accudimento nei confronti di un uomo?D: ascoltarlo quando ha bisogno di - Questa frase di Marrazzo, è uno dei luoghi comuni più tristi che siano stati detti, nel tentativo di rendere più pulita, una vicenda sporca, che è sporca come tante, ma, essendo coinvolto Marrazzo, è stata di dominio pubblico ed in mano ai media per fare audience, e non ha fatto altro che buttare in cattiva luce il mondo trans, che è un mondo problematico, che è stato un mondo anche sporco, ma in cui c’è anche tantissima gente che giorno dopo giorno, si impegna per ripulirlo. Ma la “normalità”, alzarsi tutte le mattine ed andare al lavoro, un lavoro “normale”, vivere i rapporti sociali in modo “normale” e non appariscente, non fa notizia, ed è proprio quello che io, con il mio libro,e chiunque mi stia sostenendo in questa causa, stiamo cercando di comunicare, e il nostro grido non deve essere un labile lamento rispetto alle vicende chiassose del “caso Marrazzo”. La frase: hanno “una capacità di accudimento straordinario”, andrebbe bene su una pubblicità in cui si vendono pastori tedesco per accompagnare i ciechi. Perché le caratteristiche appartengono alle razzee i trans non sono una razza,ma dei singoli individui, con delle caratteristiche completamente diverse tra loro. Risponderei al signor Marrazzo, piuttosto che, le donne come me, che hanno vissuto la sofferenza di nascere in un corpo sbagliato, sono delle donne ferite nel loro intimo, già in partenza, ed hanno bisogno di uomini che le vogliano bene ancora di più, che le “accudiscano” e che siano protettivi, verso queste donne apparentemente feroci, ma in fondo molto deboli. E per “accudimento” non mi riferisco a “regalini” in cambio di prestazioni erotiche, ma un uomo che vuole veramente bene una donna in transizione, la può aiutare,a trovare un lavoro, dandole coraggio, facendole compagnia nei momenti più difficili della vita, aiutarla ad inserirsi in un contesto gratificante. Questo per me significa “accudire”. E per una donna, “accudire” un uomo significa se mai, preparargli il suo dolce preferito, o qualcuno che abbia la capacità di farlo.-D: Si associa la parola trans alla parola prostituzione. Tu che hai vissuto da trans, quanti in percentuale si vendono e quanti fanno una vita “normale” e non si sono mai venduti? Quali le motivazioni che spingono a farlo?R: Non riesco a quantificare, anche perché ci sono molte persone che si “spacciano” per trans, ma che trans, effettivamente, non sono, e il loro è sono un lavoro. La parola “trans” indica una fase di passaggio, che ha una durata nel tempo. Se questa durata si estende all’infinito, io non riesco più a dare una giusta classificazione. Io rappresento tutte quelle donne, ex-trans, che hanno completato definitivamente il loro percorso. E poche di loro comunque continuano a prostituirsi. La prostituzione è aberrante, è una piaga degli anni passati, una tappa obbligata che molte donne in transizione erano costrette a fare perché: venivano buttate fuori di casa, odiavano e disprezzavano il loro corpo, quindi l’idea che invece qualcuno potesse pagarle per potersi avvicinare al loro corpo, le appagava e le faceva sentire meno mostruose, anche perché poi, con i guadagni, potevano permettersi i vari interventi chirurgici che diversamente non sarebbero mai riuscite a fare. Oggi però la situazione è cambiata. L’Asl finanzia questi interventi, e comunque chi inizia un percorso del genere trova minori difficoltà rispetto a un tempo, proprio perché c’è più comunicazione, anche le famiglie sono un po’ più preparate perché conoscono già l’argomento e anche la società è più aperta e meno spaventata verso queste realtà. E poi ci sono i social network, sono numerosi i siti e i gruppi che aiutano chi effettua questo percorso,e ci sono siti che aiutano anche a trovare un lavoro, e questo anni fa non esisteva. La prostituzione comunque non riguarda solo i trans. La società è intrisa di prostituzione, che si manifesta in altre forme, forse meno evidenti, ma sempre di prostituzione si tratta. La transizione e la prostituzione dovrebbero essere due cose completamente scisse tra di loro. La seconda non deve necessariamente seguire la prima.D: Quando inizierai il giro per la presentazione del tuo libro e come lo presenterai?R: Inizierò presto, penso tra qualche settimana, giusto i tempi tecnici di organizzazione, poi andrò in tour in tutta Italia a raccontare di me e della mia storia, e non mi fermerò! La presentazione in fondo è già iniziata perché sono rimasta sorpresa di come con il passa parola, si stia diffondendo il mio libro. I miei amici, le persone che mi conoscono, mi hanno appoggiata più di quanto potessi immaginare ed anche se ancora non ho fatto una presentazione ufficiale, già solo col passa parola si sta espandendo a macchia d’olio. Credo che più che parlare del contenuto del mio libro, racconterò di come ho vissuto quei 15 giorni in cui l’ho scritto, le prime lacrime quando ho stampato una bozza in copisteria, l’emozione dell’essere contattata subito da alcune case editrici intenzionate a pubblicarlo, e poi le ultime lacrime, quelle del 3 Ottobre, quando ero affacciata sul terrazzino di casa di mio fratello, a Perugia, e la segretaria della Casa Editrice Ismeca mi diceva che da qualche minuto si poteva acquistare già su IBS e sul sito della casa editrice.D: Tre righe di anticipazioni per farlo leggere.R: Ci sono tre pezzi, sparsi per il libro. Poche frasi, che,aiuteranno chi ha la capacità di leggere tra le righe, a capire il senso del mio libro. Eccole: “… La mia condanna a morte, sottolineata dal suono del fischietto: “ Maschietti a destra e femminucce a sinistra!”… E così i bambini correvano, da una parte o dall’altra e il maestro lanciava ai maschietti i palloni da calcio. Le femminucce si organizzavano per giocare a nascondino e io rimasi da sola, al centro delle due squadre, con gli occhi fissi nel vuoto …”“… La sala operatoria era piccolissima,diversa da come l’avevo sempre immaginata … Gli attrezzi erano coperti da lenzuola verdi. La stanza era illuminata a giorno,era piena di finestre enormi da cui si vedevano i balconi dei palazzi accanto … Misi a fuoco ciò che c’era ai piedi del lettino : un secchione nero per la spazzatura,pulitissimo,e una sedia girevole di pelle marrone,il posto del dott. Stubel.Sarebbe finito tutto in quel secchio,come un aborto,pensai,forse anche le mie inquietudini …”“… Non c’è più il corpo. Sei libera. Adesso c’è solo il vento.”Così racconto la storia della mia lotta per un nuovo corpo e una nuova vita .L’ anima, nata in un corpo sbagliato, si troverà ben presto davanti ai suoi interrogativi, alle sue inquietudini, all’oscurità di un doloroso patto col diavolo da cui è difficile rimanere illesi. Sognerò l’innocenza e la redenzione, in questo viaggio che mi porterà da un sesso all’altro fino alla spensierata rassegnazione della scoperta di me stessa.
Fonte: http://www.ragusaoggi.it/14570/alessandra-di-martino-si-racconta#
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