Magazine Cultura

alessia e michela orlando: DELIZIE DEL PALATO-IL LIMONCELLO-LA LEGGENDA E LA STORIA

Creato il 17 dicembre 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: DELIZIE DEL PALATO-IL LIMONCELLO-LA LEGGENDA E LA STORIA

IL LIMONCELLO: LA LEGGENDA E LA STORIA

È giunto il momento. Ora o mai più. Se lasciassimo trascorrere altro tempo potrebbe essere tardi. Ed è questione, dunque, di vita o di morte: il sapore e il profumo o ci saranno, e saranno pieni, intensi, inebrianti, oppure no, oppure sarà acqua fresca insapore e inodore. È giunto il momento. La pelle è già rugosa, segno di età? Forse. Ma quel che più conta è il colore: non si è di fronte a qualcosa di malaticcio. Si versa in uno stato che si potrebbe definire puberale: è l'età di passaggio, di transito dal verde al giallo, un po' prima della maturità piena, quindi.

Si parla del PRINCIPE, del condensato di vitamina C e di acido citrico. Si parla del: LIMONE. Quel colore, di cui si è appena detto, dimostra la ricchezza di oligoelementi. Non è mai stato più ricco prima; dopo non lo sarà mai più così ricco, giacché molto si perderà man mano che diverrà più giallo, più maturo. Ed è questo il momento maggiormente adatto, il momento in cui lo si può trasformare in LIMONCELLO o in CREMA DI LIMONCELLO. Sono due ipotesi ben diverse. Ci limitiamo a occuparci della prima. Prendiamo atto della verità passando per le dicerie: ognuno la racconta come vuole; in ultima analisi la ricetta migliore è quella della nonna, quella a cui è abituato. Si può anche spingersi a ritenere ottime quelle realizzate in Liguria (il limone Cinque Terre, ad esempio), dove viene chiamato Limoncino; così come lo sono, ottime, quelle realizzate con i limoni calabresi o siciliani. Ci può stare tutto ciò: le cose buone esistono dappertutto. Ma andiamo verso la storia, torniamo indietro nel tempo, giungiamo ai primi anni del '900. Fermiamociin una piccola pensione dell'Isola Azzurra. La signora Maria Antonia Farace cura giardino di limoni, qualità Costa d'Amalfi, ovvero quello detto sfusato, e arance. Le piante sono tutte in ottima salute., curate con attenzione meticolosa. Il nipote la osserva. Giunge il dopoguerra; apre una attività di ristorazione proprio nelle vicinanze della villa di Axel Munte (ne abbiamo scritto in Napolimisteriosa, Pagina Autori). Nasce così la specialità della casa: il liquore di limoni realizzato con l'antica ricetta. Ovviamente è la ricetta della nonna. Nel 1988, il figlio, Massimo Canale, avvia una piccola produzione artigianale di limoncello. Ne registra il marchio. Questa è la storia documentabile, ma anche a Sorrento e ad Amalfi, le leggende si rincorrono e ruotano vorticosamente attorno a quell'oro, al liquore giallo. E anche rispetto a ciò si potrebbero rinvenire documenti e testimoni: le grandi famiglie sorrentine, sempre agli inizi del 1900, offrivano a mani larghe agli ospiti illustri il limoncello. I cultori si storia locale, quella della costa di Amalfi, sostengono che il liquore abbia origini molto antiche, quasi contemporanee all'avvio della coltivazione del limone. Ciò è plausibile, data l'esigenza di conservare la ricchezza salutistica del frutto, che era l'unica arma per combattere lo scorbuto posseduta dai marinai di lungo corso. Vi è anche chi "ricorda" che il limoncello veniva utilizzato dai pescatori e dai contadini al mattino quale arma per combattere il freddo, già ai tempi delle invasioni saracene. E questo ci pare un errore, giacché vi è ormai la certezza che l'alcool non è un buon antidoto al freddo. Naturalmente, come è accaduto per una valanga di altre cose buone: vi è chi sostiene che la ricetta sia nata in un convento, a  uso e consumo dei frati, tanto per riempire il tempo tra una preghiera e l'altra. Di certo c'è che il limoncello è divenuto noto in ogni luogo, in quasi tutto il mondo e gli stanno aprendo anche i mercati asiatici.

Si parte, dunque, proprio dalla buccia, non del tutto gialla, con ampie zone di verde che vira verso il colore dell'oro. È questo l'ingrediente essenziale; poi c'è l'acqua; poi c'è lo zucchero; poi ci sono il lavoro e la pazienza di attendere , almeno un mese, dopo avere assemblato i vari elementi. Il disciplinare prevede una preparazione non complicata, ma precisa: se rispettate tutte le regole in meno di tre mesi il tradizionale liquore giallo sarà un elisir di bontà, utilizzabile sia come aperitivo che digestivo.
Per la ricetta, giacché sono tantissime e forse tutte pregevoli, si rimanda al web e si fa appello alla voglia di sperimentare.


Illustrazione: limone, fiori e foglie.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :