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alessia e michela orlando: DIARIO DI UNA GIORNATA UNICA INCENTRATA SULL'INCONTRO CON UN EXTRATERRESTRE

Creato il 09 novembre 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: DIARIO DI UNA GIORNATA UNICA INCENTRATA SULL'INCONTRO CON UN EXTRATERRESTRE

ABBIAMO INCONTRATO UN EXTRATERRESTRE A NAPOLI

Ci pare ancora incredibile, ma è successo. Quel che abbiamo appreso ci induce a fuggire.

Lo giuriamo in coro.


Lo abbiamo incontrato su una panchina. Con in bocca ancora le fragranze dell'ultimo caffè, bevuto, senza zucchero e con l'aggiunta di qualche traccia di cacao amaro, al Gambrinus,  ce ne stavamo a guardare l'immobilità di Castel dell'Ovo e le barche ondeggiare senza freni. Ce ne stavamo quasi inebetite per la bellezza della situazione, in preda a una crisi acuta di Sindrome di Stendhal, certamente preferibile al colera. Ce ne stavamo con il corpo immobile, come  fossimo sedute o in piedi sulla sabbia dell'isola di Pasqua. Ce ne stavamo a respirare l'aria mentre il vento ci arruffava i capelli; noi, assenti, li lasciavamo andare impazziti, ora a destra, ora a sinistra, ora giù, ora su, ora qui ora là. Solo tra i seni non potevano insinuarsi, giacché ciò è difficile quando indossi una prima taglia; in compenso lo faceva l'acqua marina: si inseriva tra le insenature lasciate magistralmente tra uno scoglio e l'altro, a disegnare una texture di avvincente bellezza che, tra schiuma bianca capace di dissolversi immediatamente, e tracce umane di ben più difficile dissolvimento, riusciva pure a emettere un suono andino. Ciò, il suono andino, ci faceva pensare a culture antiche, ormai andate. E lui era arrivato, con passo felpato e i soliti occhioni ufologici. Telepaticamente ci aveva chiesto: 'M pozz' assettà? Seppure fosse un napoletano male arraffazzonato e lui non apparisse messo male in arnese, tanto da aspettarci che dicesse: meglio la panchina della cadrega, nevvero?, per ovvie ragioni non avevamo risposto alla domanda: non sapevamo, non lo abbiamo neppure ancora appreso, dominare le leggi della telepatia; ecco, ora lo rivediamo di nuovo e lo sguardo si concentra soprattutto sulle sue mani: stringe un giornale e nella nostra mente lasciamo spazio al link dove collochiamo tutto ciò che riguarda la letteratura. Leggiamo un file, quello che inizia con la fotografia di quella situazione:

21 dicembre 2012. Da Io pubblico, quotidiano dipendente: Alle sette della sera Svenatis si ammanta di luce soffusa.

   L'esperimento di uso congiunto di zolfo, petrolio, energia eolica, solare, idro-elettrica, nucleare, potenza delle maree, differenza di temperatura tra acqua del mare e aria soprastante, è riuscito. L'illuminazione è risultata essere sufficiente; l'energia richiesta da industria, agricoltura, automobili, riscaldamento, costa nulla alla collettività. Nell'ultimo sondaggio il 99,9% di abitanti ha dichiarato il gradimento.

   Chi passeggia alle sette della sera per le strade pulite di Svenatis, esibisce il volto sereno, il sorriso ampio, la tranquillità interiore.

   I negozi e i centri commerciali sono sempre affollati e pure i giovani dai quindici anni in su possono acquistare liberamente, utilizzando le Carte di Credito Illimitato ritirate ai centri di smistamento, collocati a ogni trenta metri.

   Le mattine di Svenatis sono serene.

   A ogni casa, nell'ora indicata dagli abitanti con il personal computer incorporato sul dorso delle mani del padre di famiglia al Centro di Pianificazione Unico, si presenta il Distributore di Colazioni pro tempore: dolci, formaggi, salumi, uova strapazzate, aranciata, bollente caffè di sola qualità arabica, miscela-bar e decaffeinato, frutta secca,  pane vario, cibi per animali domestici.

   Le case degli svenatisesi sono accoglienti, sane, belle, essendo state progettate dai migliori architetti ovvero quelli che hanno saputo coniugare le esigenze primordiali-ancestrali con quelle evolutive-produttive, realizzate con materiali biologici e una malta rossastra la cui composizione è tenuta segreta dal possessore del brevetto: l'ing. Cono Lusber, di Laminos.

   Nessuna tassa grava sulle spalle degli svenatesi e a ogni neonato viene destinata la somma di ottocentomila Emos per gli studi da concludere entro i sessanta anni nelle migliori Università del mondo.

   La potente moneta virtualmente circolante tra i trentamiladue svenatesi è stata adottata con un referendum tenutosi tra le ore 12 e le 13 del 27 dicembre 09. Gli abitanti dai quindici anni in poi hanno espresso liberamente il voto attraverso p.c. di ultima generazione, la cui durata prevedibile è giorni trenta. Alle 13 e un minuto la televisione ha comunicato gli esiti.

   Lo stesso Cono Lusber, sindaco da quindici anni, ha  dichiarato: "Mi complimento per la scelta. La nostra democrazia si avvarrà di uno strumento in grado di liberarci dall'obbligo di mantenere riserve auree nelle casse della Banca Centrale. Per ringraziarvi, non potendolo fare di persona, ho disposto la distribuzione di sei bottiglie di champagne per ogni casa attraverso l'Esercito Emostabile".

I personal computer utilizzati per il referendum, data l'esigenza primaria di tutela della privacy, allo spirare del termine di trenta giorni, vengono ritirati e portati al Centro di Dissoluzione delle Nuove Tecnologie. In quel luogo avveniristico, con speciali macchine auto-prodottosi, vengono immerse in un liquido speciale e si lasciano dissolvere. La composizione del liquido grigiastro è segreta, ma si sa che poi viene riversato nella cosiddetta Vasca di Elaborazione Dati Cristallizzati, di cui si sa molto poco.

Contemporaneamente in ogni casa viene consegnato un nuovo p.c. ogni volta più innovativo e certamente sperimentale.

   L'unico problema che deve affrontare la Sezione Segreta Indagini dell'Esercito Emostabile è la circolazione di un giornale on-line che attacca il sindaco ogni giorno, invitando la popolazione alla guerriglia. I costanti tentativi di sobillare la pace non sono andati a buon fine; tuttavia, data la distribuzione capillare del foglio, l'allarme si è trasformato in una lieve contrazione della libertà:  gli svenatesi, prima di aprire il programma di lettura, devono chiedere l'autorizzazione all'Ufficio Centrale della Distribuzione Culturale. La richiesta è immagazzinata in Banca Dati e, nelle ipotesi siano commessi reati di "Abuso di uso di Informazioni", introdotto nel nuovo Codice Penale di Quartiere, si potrà immediatamente condannare i rei, eseguendo la sanzione. È prevista la pena detentiva da trentacinque a cinquanta anni di isolamento, da scontare nel bagno penale di Laminos dotato di celle schermate, da cui non è possibile intercettare il reticolo di informazioni.  

   Gli svenatesi ogni sera, felici, si lasciano prelevare volentieri tre litri di sangue.

L'illustrazione: uno scatto della nostra mostra CONTRASTI, Bologna, via Zamboni, presso Lab 16; vernissage 12 novembre 2010, ore 19.

 



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