Magazine Cultura

alessia e michela orlando: LA CULLA-IL TALAMO-LA TOMBA- GAETANO AMALFI (1855-1928)

Da Gurufranc

alessia e michela orlando: LA CULLA-IL TALAMO-LA TOMBA- GAETANO AMALFI (1855-1928)

LA CULLA, IL TALAMO E LA TOMBA

NEL NAPOLETANO

Pompei 1000 800 92 IX (IX Ottobre)

Gaetano Amalfi

A cura di Rosario Di Bonito

ADRIANO GALLINA EDITORE

UN LIBRO DA SALVARE

Ci incuriosiscono quasi sempre le copia anastatiche di libri introvabili. Questo lo è: sia copia anastatica che introvabile. Non lo si trova neppure in Biblioteche dove dovrebbe esserci, come nella Biblioteca Nazionale di Napoli. È un insieme di meraviglie dove immaginiamo abbiano pescato moltissimi antropologi. E l'autore era, come spesso ci è successo di verificare, uno che la penna la sapeva usare davvero; che non aveva moltissimo tempo a disposizione; che si muoveva giungendo dappertutto per verificare le fonti di persona. Anche il Maestro Roberto De Simone deve averlo letto e, al di là dei rapporti personali dell'Autore, quelli che emergono dal libro stesso (se ne riparlerà) ne abbiamo intuito almeno uno che non emerge. Sarà oggetto di un approfondimento in futuro: è forse la scoperta di PAGINA AUTORI di NAPOLI MISTERIOSA.

L'autore

Gaetano Amalfi nacque a Piano di Sorrento nel 1855 e morì  a Napoli nel 1928: la data di morte non è sottolineata a caso. Ci tornerà utile nell'approfondimento che si adombrava poche righe fa.

Dalla seconda di copertina apprendiamo anche: fu magistrato; fu folklorista appassionato; fu amico del medico siciliano Giuseppe Pitre: aveva scritto un'opera simile che certo il Nostro conobbe. Le notizie raccolte da Amalfi consentono un confronto stimolante con quelle emerse dalle Opere, le grandi Opere, di Cortese, Basile, Imbriani. A iniziare dalla carica di vicepretore del quartiere napoletano Pendino, finì la carriera da magistrato come procuratore generale della Corte di Cassazione di Napoli. Si spostò, come magistrato, anche nel resto della Campania e fuori regione.

Il suo libro qui recensito fu stampato la prima volta a Pompei nel 1892: nacque per commemorare la moglie Rosalia De Angelis e il figlio Vittorio morti prematuramente. Di certo l'idea fu tributaria del libro del Pitré, del 1879: Usi natalizi, nuziali e funebri del popolo siciliano. Anche lo stesso Pitré ebbe un suggerimento: nel 1873 era stata pubblicata la monografia dell'indianista Angelo De Gubernatis: Storia comparata degli usi nuziali in Italia e presso gli altri popoli indo-europei. A questo, nel 1878, fece seguire: usi natalizi e usi funebri.

L'originalità del libro di Amalfi sta nel fatto che confronta il materiale raccolto con quello delle Grandi Opere che si diceva.

Il curatore. Rosario Di Bonito ha pubblicato:

Torri e castelli dei Campi Flegrei; Adriano gallina Editore, Napoli 1984. 

Quarto, Storia, tradizioni e immagini, Nuove Edizioni, Napoli 1985.

Leggende flegree, Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, Pozzuoli 1985.

Le Terme dei campi Flegrei. Topografia storica, Jandi Sapi Editori, Milano-Roma 1992, con Raffaele Giustinelli.

Saggi di storia e floklore dei Campi Flegrei, Adriano Gallina Editore, Napoli 1996.

Pozzuoli, Uomini e vicende tra Medioevo ed Età Moderna, Adriano gallina Editore, Napoli 2002.

Racconti dei campi Flegrei, Adriano gallina Editore, Napoli 2004.

Ottima l'idea di lasciar precedere il testo di Amalfi da ben 28 schede bio-bibliografiche: sono tutte di grandissima utilità.

LA PREFAZIONE

Per quanto ai culturi delle tradizioni popolari non siano ignoti gli scritti (…) di Gaetano Amalfi, la figura di lui risulta piuttosto obliata.

E ciò perché le sue opere furono spesso non venali e a bassissima tiratura.

È Gian Luigi Buzzone che lo evidenzia nel saggio Gaetano Amalfi. Tasselli per una monografia, in CXVIII (2000) dell'"Archivio Storico per le Province Napoletane", pagine 287-324.

Ciò che raccolse Amalfi consente di delineare la cultura di una società preindustriale. E certamente i folkloristi della seconda generazione, ovvero i Toschi, Corso, Cocchiara e in parte De Martino se ne sono avvalsi.

La culla. 

La giovinetta, passata a marito e trascorsi i primi mesi della luna di miele, comincia, per lo più, a disturbarsi con lo stomaco, a mostrarsi bizzosa, ad infisimire ad ogni bazzecola. Le vecchie di casa se ne avvedono, e si susurrano certe parolette, e si lanciano certe occhiate, facendo non so che prognostici!...La sposina se ne accorge, e spontaneamente, o costretta comincia ad usarsi ogni riguardo, affinché il sospirato bambolo giunga felicemente a veder la luce. Si procura farle guardare oggetti e visi graziosi, allo scopo di popolare di leggiadre imagini la sua fantasia. Che attraenti figurine collocano nella camera da letto, e dovunque! Guai a, se guarda un coniglio od una lepre! Vi è pericolo che il pargolo nasca con lunghe orecchie e con labbro leporino.

C'è già tutto, come si nota; c'è tutta la cultura fatta di luoghi comuni e credenze dure a morire. E Amalfi, poco dopo, ci dà un esempio delle fonti ulteriori, quelle utilizzate come confronto solido per il materiale raccolto:

Una signora ha sulla guancia sinistra due impercettibili macchiette rosse; ed è curioso vedere rianimarsi il colore al tempo delle fragole. Nel Cortese (Vajas, I, 29) si consiglia:

Se viene a scire prena, ed aje golie

De quarche cosa, tienemente a l'ogna,

O te tocca la nateca: saje ch'io

Fice a frateto 'nfronte 'na scalogna,

Che se ne desperaje lo figlio mio,

E fojette pè collera a Bologna,

A lo Leparo falle 'na vasata,

Se no lo ninno ha la vocca spaccata

Ci si riserva di integrare in seguito con le altre due sezioni e di evidenziare singolarissime tradizioni, rimaste in vita, fino a boom economico inoltrato, nelle varie Province campane. E non è detto che certe superstizioni siano estinte davvero e per sempre.

Foto: la copertina.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :