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alessia e michela orlando: NUDO: VEDERE E NON VEDERE

Creato il 25 dicembre 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: NUDO: VEDERE E NON VEDERE

alessia e michela orlando: NUDO: VEDERE E NON VEDERE

NUDO! VEDO, VEDO

Immagini serie e facezie scritte: accoppiamenti arbitrari

Potrebbe mai il gallo italico dal collo nudo sapere di esserlo?

Leggiamo in Wikipedia:

Il nudo maschile ha fatto molta fatica ad essere accettato come forma legittima di espressione artistica nella storia della fotografia.

Quando iniziò la prima fioritura della fotografia, tra il 1830 e il 1840, la sua funzione principale era considerata la produzione di ritratti degli individui.

Ciò che fino ad allora era stato possibile solo ai nobili, divenne alla portata di tutte le classi sociali.

I fotografi percepivano però che esisteva un mercato emergente al di fuori del ritratto. Nacque così il commercio di fotografie che ritraevano oggetti, case, strade, paesaggi e, finalmente, nudi.

Secondo David Leddick, autore del libro The male nude (1999), la società impose inizialmente la commercializzazione esclusiva delle fotografia di nudi femminili, anche con fini erotici per quanto camuffati sotto una patina "artistica".

Ma poiché alla maggioranza degli uomini non piaceva la vista del nudo maschile, in un'ottica maschile nessuno si poneva il problema se qualche donna avrebbe potuto apprezzare la bellezza artistica contenuta in un nudo maschile. E gli uomini che potessero ammirare la bellezza in tale forma erano una minoranza.

È verissimo.

Leggiamo, invece, in Nonciclopedia, http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Nudo_artistico, e trascriviamo pari pari, dunque con annesse allusioni e refusi da scrittura veloce:

Si definisce nudo artistico una qualsiasi rappresentazione di tette, culo e gnocca che, vuoi per ipocrisia (ad usum crypto segaiolum) o per poter essere guardata senza essere bollati come segaioli, viene spacciata per rappresentazione artistico-culturale.

Un nudo artistico è definibile tale quando, proposta la visione a soggetti maschili, non provoca l'erezione degli stessi. Siccome questo è pressoché impossibile, a meno che essi non siano checche isteriche o vecchi in andropausa, ne consegue che il nudo artistico non esiste.

Esso consente alle mostre di arte contemporanea, altrimenti deserte, di avere dei visitatori. Il nudo artistico consente ai visitatori di tali mostre perfino di darsi un tono e camminare con aria altezzosa ripetendo fino allo stracciamento dei coglioni/ovaie altrui che loro sono "avanti" e che tutti gli altri sono vecchi bigotti borghesi. Questo vale soprattutto se questi idioti sono giovani hippie intelletualodi sinistroidi.

Il nudo artistico, inoltre, ha il potere di aumentare esponenzialmente le vendite di una ualsiasi pubblicazione editoriale, compresi "Le Crepe Sui Muri Dei Ripostigli Della Stazione Ferroviaria Di Genova-Nervi", la biografia di Iva Zanicchi e gli inserti di Famiglia Cristiana. Tutt'ora questo fenomeno rimane inspiegabile, benché pare che una squarda di scienziati stia indagando a questo fine.

Particolarmente apprezzati gli album fotografici di nudi artistici con pampini seminudi ritratti nell'atto di dormire in fiori giganti, travestirsi da fiori giganti e fare qualsiasi cosa con quei cazzo di fiori giganti.

E veniamo a una nostra idea secca, per tentare di rispondere a una domanda: Si è sempre consapevoli della propria identità messa a nudo? Lo sono tutti, ma proprio tutti? E c'è differenza se a nudità completa sia messo il collo? Oppure il culo? Oppure la coscia destra? Oppure quella sinistra…?

Risposta: siamo certe che il gallo dal collo nudo, celebre razza italiana, non lo sappia. E in tal caso, dove sta l'oscenità? Più semplice rispondere a "dove sta Zazà?"

Immagini: I - Wilhem Von Gloeden (1856-1931), CAINO, 1902 circa.

II – Gallo dal collo nudo; celebre razza italiana.



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