L'ARTE: UNA PORTA SPAZIO-TEMPORALE VERSO DIMENSIONI ALTRE
IL MOMENTO DELL'ATTRAVERSAMENTO È FORSE UNA IPOTESI DI PARADISO?
"Stati di grazia" si raggiungono grazie all'uso di espedienti, sostanze fisiche naturali o chimiche, o per casualità, con meccanismi in parte ignoti. Di certo c'è, in ogni caso, che il cervello è fondamentale: la sua produzione chimica, naturale o indotta che sia, ci dice di noi stessi, e ci impone sensazioni di vario genere, talvolta indecifrabili, sconcertanti. La narrazione incessante del mondo esterno e di quello interiore, la percezione di sensazioni che vengono definite in vario modo, il mondo onirico, rilevante almeno quanto tutto ciò che ci appare più concreto, che si forma davanti allo sguardo, in piena luce, è l'insieme indagato dall'uomo in varie forme d'arte. E non si allude solo ai cosiddetti miracoli. È, talvolta, l'ordinario, il mero quotidiano, a interessare e richiedere l'intervento della creatività. Cosa accade all'artista quando produce, rapito, il suo capolavoro, è affare che esula da questa breve analisi. Interessa di più la faccenda che vede lo spettatore come protagonista. Immaginiamolo in un museo. Egli può esserci per caso, per scelta, perché vi lavora, come a esempio Checco Zalone nel suo ultimo film. E, dunque, l'atteggiamento può essere ben diverso. Ma immaginiamo che chiunque esso sia, per qualsiasi ragione abbia varcato la soglia, abbia finalmente ceduto alla magia di un quadro; si sia seduto; abbia respirato profondamente; si sia dimenticato di tutto, anche della problematica vita e di stesso. Adesso respira ancora più profondamente; si concentra su qualche particolare ma non saprebbe dire quale. La magia lo sta rapendo. È dovuto a un sorriso enigmatico? È forse lo sguardo della figura dipinta? È forse lo sfondo? È la luce? Sono le ombre? È la pennellata misteriosa, forse è anche qualche colpo dato a spatola? E quel quadro come fu chiamato? Fu commissionato o prodotto per propria scelta dell'artista? Il soggetto era davvero un essere vivente o una creazione fantasiosa? Era ancora viva? Posò? Fu usata una primitiva forma di fotografia dopo qualche sofferta posa? E come mai quel quadro si trova proprio lì? Fu rubato, regalato o acquistato? Forse lo spettatore non ha fatto in tempo a porsi nessuna di queste domande. Forse egli lo ha fatto senza pretendere risposte, ma soltanto per cedere sempre più alla vorticosa magia che lo ha attratto e ora è lì, immobile, sul punto di varcare un'altra soglia: egli sta entrando nell'opera, sta superando una porta spazio-temporale, sta per cedere alla energia vorticosa che lo avviluppa, lo trascina. Non comprende cosa stia accadendo, non accade sempre, non davanti a ogni opera. Quel fluido misterioso è l'ARTE. Oltre quella porta cosa c'è? È forse quello, il luogo dove si giunge, il vero Paradiso? O lo è l'atto dell'attraversamento in sé, cioè quell'attimo che l'Artista ha desiderato indurre negli spettatori? E attimi del genere richiedono ineludibilmente la volontà e l'intervento di un Artista? Si può subire lo stesso fascino davanti a un albero monumentale, davanti a una vigna, a un fiore, al sorgere o al calare del sole, davanti a un vicolo di Napoli in penombra, mentre le lunghezze d'onda ancora accese e vivide dei panni stesi impressionano la retina, il cervello, l'umore del passante? E si potrebbe annettere gli stessi significati all'innamoramento, all'amore per una città? E non si potrebbe forse cogliere in certi nuovi mezzi di comunicazione, tanto veloci quanto estasianti, per le immagini e i contenuti che trasportano? Un paio di esempi: http://sirenapartenope.blogspot.com/p/le-sirene.html e qui:
http://napolimisteriosa.blogspot.com/search/label/luoghi
Illustrazione: Il concetto di tempo per Salvador Dalì in La persistenza della memoria. Si tratta di una opera con cui l'Autore dimostra di aver assimilato le teorie di Albert Einstein e, puntualmente, gli elementi dello spazio-tempo relativistico anche sul piano del sogno e della memoria.