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Alessia Manfredini: fondamentale

Creato il 04 novembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Le deleghe ricevute dall’assessore Alessia Manfredini sono più pesanti di un trasporto eccezionale: ci vogliono i lampeggianti, va preceduta e seguita.

Bilancio Ambientale: Consumo di suolo, Politiche dei beni comuni, Rifiuti zero, Mobilità (intra ed extra), Aree inquinate; Verde pubblico; Piano manutenzione strade ed edifici; Protezione Civile; Servizi Cimiteriali.

Carico di lavoro particolarmente serio, adeguato alla preparazione e all’esperienza. La giovane signora, pure in un partito dalla storia complicata come il Pd (“è un partito che fa venire il mal di testa” diceva Titta Magnoli), si è distinta per il fiuto con cui ha seguito la via del rinnovamento, seguendo da subito Matteo Renzi, quando non era facile, ed evitando di perdersi tra le correnti del Pd allora imperanti. Si è distinta in modo particolare per la libertà con cui ha seguito il dibattito cittadino sui temi ambientali. Ad esempio, unica consigliere comunale, ha seguito l’iniziativa di “Star bene in ambiente sano” a palazzo Cattaneo, sostenuta dal M5S: era quell’iniziativa dedicata alle “uova alla diossina”. Ha sostenuto Laura Puppato nelle primarie a cinque per la candidatura a premier, prima delle ultime elezioni politiche nazionali. Altro atto, che viene alla memoria spontaneamente, sono le osservazioni del Pd alla richiesta di discarica presentata da Cremona Ecologia a Grumello per portarvi, e riciclare in parte, i rifiuti dell’acciaieria. Matteo Piloni, appena diventato segretario provinciale, le ha firmate con altri. Scelte chiare, quindi, come già sulla questione Tamoil con tre interrogazioni scritte rimaste un patrimonio prezioso.

Alessia Manfredini, per quanto si faccia conversazione sui rapporti con Pizzetti e Magnoli ecc. ecc., ha caratteristiche proprie, una sua personalità politica sufficientemente indipendente nel partito e nell’amministrazione.

L’assessore infatti ha la caratteristica, necessaria al suo ruolo, di documentarsi scrupolosamente. Lo si nota nelle riunioni pubbliche: consapevolezza, decisione e determinazione sono possibili quando si può dimostrare quel che si dichiara senza dire una parola fuori posto. L’assessore è battagliera, dura, grintosa. Ha visto tutto ciò che ha fatto la giunta Perri come l’amministrazione ancora precedente: è portatrice di una memoria storia che può dar fastidio a chi fa il diplomatico, ma non a chi vuole sapere come stanno le cose.

Quanti documenti ufficiali riguardanti il territorio abbia letto è impossibile calcolarlo.

Chi la segue nelle sue scelte, ha capito una cosa: che deve studiare, concentrarsi, prepararsi, poi parlare. Questa è il bell’esempio che Alessia Manfredini, come i politici capaci – e ce ne sono ancora nei Comuni – sta dando a chi è in contatto con lei. Questo dà fastidio, sempre.

Che il giornale degli agricoltori l’abbia definita “ectoplasmatica” è un segno della grave crisi dell’agricoltura, che speriamo possa riprendersi. Quando ci si riduce a sostenere le “agroenergie” (mostruosità lessicale che avrebbe spaventato gli agricoltori di un tempo, visto come sono attuate), e si fa politica invece di coltivare i campi il raccolto non sarà mai buono.


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