Alexa Meade: tra fotografia e pittura
ARSENALE CREATIVO
Se dovessi definire uno stadio intermedio tra pittura e fotografia, due parole mi sarebbero più che sufficienti: Alexa Meade. Lo studio di Alexa, giovane artista di 27 anni nata a Washington e residente a Los Angeles, non contiene tele per dipingere, dato che le uniche tele da lei utilizzate sono i protagonisti dei suoi scatti, siano essi oggetti, muri o corpi umani. Ciò che ne risulta sono delle fotografie spettacolari nelle quali realtà e pittura finiscono per dialogare, confondendo lo spettatore, spiazzandolo e inibendo la sua capacità percettiva, fino a non distinguere ciò che è reale da ciò che è invece dipinto.
L’idea di trasformare le persone in dipinti, in origine non aveva nulla a che fare con la pittura, tutto è scaturito dalla volontà dell’artista di dare una materialità alle ombre, di immortalarle prima che cambiassero trasportate dalla loro natura effimera. Fu così che iniziò a dipingere ombre, e dalle ombre passò agli oggetti, e dagli oggetti arrivò infine alle persone, per ritrovarsi a dipingere pelle su pelle, labbra su labbra, curve su curve.
Nelle mie opere artistiche faccio a meno della tela, e se voglio farvi un ritratto, lo dipingo su di voi, fisicamente. Questo significa che probabilmente finirete con un orecchio pieno di colore, perchè devo dipingere l’orecchio sul vostro orecchio. Tutto in questa scena, la persona, i vestiti, le sedie, il muro sono coperti da uno strato di pittura che imita quello che c’è immediatamente sotto, e in questo modo, sono in grado di prendere una scena tridimensionale e farla sembrare un dipinto bidimensionale. posso fotografarlo da qualunque angolatura, sembrerà sempre in 2D.
E’ così che il mondo delle sue fotografie ci immerge in un’illusione ottica: i confini della realtà collassano, primo piano e secondo si sciolgono l’uno nell’altro per fondersi in un unico piano e, una volta persi i punti di riferimento, la percezione 3D ingaggia una lotta con il cosmo bidimensonale. L’imprevedibile resta tale finchè non si è disposti a guardare oltre ciò che appare evidente, a scavare la superficie per riconoscere che nascosto sotto l’aspetto ordinario c’è ben altro.
Immagini: alexameade.com
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