“Parliamo di noi, esordisce
Corrado Formigli, un paese sull’orlo della bancarotta…la situazione è gravissima”…e altri : “noi abbiamo un Premier che guarda il sedere del ministro danese…Il nostro mercato non ha la credibilità necessaria se non dimostra di essere solvibile… L’Italia potrebbe fallire…abbiamo un crescita zero e un debito mostruoso…è la ricetta per il disastro…i mercati sono arrivati al punto di totale irrazionalità…è necessario uno scossone…il problema è Berlusconi e la sua, zero credibilità…un cambio di governo darebbe uno scossone beneaugurante…Questo il quadro che viene sviscerato dagli ospiti : il banchiere
Claudio Costamagna,
Sandro Bondi coordinatore del PdL,
Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio,
Maurizio Landini, Segretario generale FIOM,
Matteo Richetti (PD),
Massimo Giannini vicedirettore de la Repubblica,
Giorgio Mulè, direttore di Panorama e l’inviato de “La Repubblica”
Federico Rampini.
L’unico rappresentante italiano che al momento riscuote rispetto e piace a tutti, è Mario Draghi che al suo esordio nella BCE, taglia i tassi d’interesse, un cambiamento storico che ha alleggerito la situazione, dando così la sua immediata impronta, e ottenendo anche l’unanimità del consiglio, che era mancata alle ultime decisioni dell’era del suo predecessore.
Draghi è il nostro salvatore? ” Draghi non è il salvatore, ma continuerà nel lavoro di tenere in piedi l’Euro” risponde Costamagna.
Ovvio che non sono ipotizzabili facili miracoli risolutivi, tocca alle politiche economiche nazionali, combinare riforme strutturali per aumentare il potenziale di crescita e migliorare la competitività per dare impulso alla crescita. Nell’attesa che qualcuno inizi semplicemente a lavorare per il bene comune, in Parlamento si dibatte e si lotta per rimanere nella maggioranza, non sappiamo ancora cosa ci sia realmente nel maxiemendamento, e i ministri nervosissimi, cercano di salvare il loro prestigioso posto di potere.
Emblema di questa situazione surreale il
ministro Stracquadanio, che all’apice del nervosismo scaraventa a terra, tra parolacce, insulti e denunce per molestie, la telecamera all’inviato Antonino Monteleone, colpevole di avergli semplicemente chiesto spiegazioni su cosa succede nella maggioranza e sul suo cambiamento di rotta politico dopo lo stop al sostegno di Berlusconi. Un forte nervosismo agita gli acquistati e messi in vendita del Pdl, una maggioranza che perde i pezzi e che ora dovrà provvedere ad altri escamotage se vuole mantenere almeno numericamente la sua presenza. Ci hanno abituati a tutto e non abbiamo dubbi sulla scorrettezza della prossima campagna acquisti, per ottenere il prolungamento di questo governo che, nonostante gli sforzi, ha le ore contate.
Le opposizioni sono indisponibili ad appoggiare la maggioranza, e hanno attaccato nuovamente il governo Berlusconi, stretto nella morsa delle borse. Il governo rischia di implodere e di trascinare
l’Italia nel baratro ma, se Berlusconi andasse via, lo spread calerebbe. La sfiducia della stampa nazionale ed estera, unita a quella dei vertici politici europei, in primis Germania e Francia, ha contribuito ad indebolire la già fragile leadership del Cavaliere. Nel frattempo, la maggioranza del suo governo si è ulteriormente sgretolata. La crisi dei mercati sta gettando la politica italiana nello scompiglio. Mentre i cittadini, che pagano cara questa situazione, attendono le misure anti-crisi che serviranno per dare risposte concrete alla Ue e al loro futuro.
To Be Continued …