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Allarme abusivismo edilizio a Catania

Creato il 15 febbraio 2014 da Makinsud

In questi giorni a Paternò, nel catanese, diversi agenti dei carabinieri e della polizia municipale, hanno eseguito vari controlli

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riguardo l’utilizzo improprio di due fondi agricoli. Ciò che è emerso dal sopralluogo è la dubbia abitabilità di container e strutture fatiscenti, che sono state costruite abusivamente nelle campagne del paternese, lungo la contrada Cotoniera-Cutura. Al fenomeno di abusivismo edilizio si affianca anche quello del lavoro in nero, in quanto a seguito dei controlli effettuati, sono state identificate una trentina di persone, di nazionalità rumena, che vivevano e lavoravano in queste strutture, in condizioni igenico-sanitarie a dir poco degradanti. Inoltre, è emerso che queste persone pagavano alti affitti, ai proprietari dei fondi, che superavano di gran lunga l’eventuale valore degli immobili da loro occupati.

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Alla luce di quanto scoperto, hanno preso il via le indagini sui proprietari dei terreni, immediatamente denunciati dalle forze dell’ordine. Le accuse rivolte ai soggetti, ancora in libertà, sono quelle di abusivismo edilizio, poiché le strutture in questione non sono risultate a norma di legge, di inquinamento ambientale, a causa del rilascio di rifiuti liquidi sul terreno, e di lavoro nero, dal momento che non sussiste alcun contratto lavorativo che avrebbe dovuto regolare il rapporto tra i lavoratori rumeni e i proprietari dei fondi.

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Si tratta dell’ennesimo caso di abuso edilizio, una piaga italiana che comincia ad intensificarsi negli anni Sessanta ad opera di speculatori, che grazie alla passività e all’inerzia delle istituzioni comunali, hanno fatto costruire su terreni, non edificabili secondo la legge. Ciò ha dato il via ad un‘inarrestabile cementificazione, che continua ancora oggi a deturpare il paesaggio naturale, dietro la mano della criminalità organizzata. Grazie alle informazioni contenute negli archivi delle imprese siciliane, in quelli catastali e in quelli delle banche, è emerso che lo sfruttamento del contratto di enfiteusi, all’inizio del secolo scorso, ha influito notevolmente sulla speculazione edilizia nel sud Italia. Infatti, in passato, i soggetti che per vasti appezzamenti di terreno pagavano un basso canone annuo al proprietario, suddividevano l’enfiteusi ad altri soggetti ancora, tenendosi per loro le aree migliori, allo scopo di ottenere il controllo della costruzione edilizia su queste zone, e di ottenere inoltre l’accumulo di capitali. In definitiva, ciò che sta dietro a questo allarmante fenomeno sono proficui interessi economici che oggi, tanto quanto ieri, costituiscono il motore di molte attività illecite.

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