Da mercoledì 4 luglio è in atto un presidio permanente dei lavoratori della Romi, ex Sandretto. La situazione è drammatica per i 128 dipendenti. È l’ennesima attività produttiva che chiude i battenti nella zona.
Cadigia lancia un allarme: “Si sta consumando un vero e proprio dramma economico e sociale nel territorio canavese (Ivrea-Torino)”. Sì, perché questa non è la prima attività che chiude nella zona: Agile ex Olivetti ha cessato la sua attività il 6 giugno, Olivetti I-Jet in liquidazione dal 2 luglio. “Mentre il governo per contenere la spesa non sa pensare ad altro che a tagliare altri posti di lavoro”.
Il presidio della ex Sandretto
Abbiamo già parlato in passato dei lavoratori della Romi, ex Sandretto, in un articolo pubblicato tempo fa, ma ora la situazione è a dir poco peggiorata. Dalle sette e trenta di mercoledì mattina c’è un presidio di lavoratori davanti allo stabilimento, striscioni, volantini: c’è tutto quanto serve per attirare l’attenzione sul futuro di quella che è stata una delle più importanti industrie del Canavese, produttrice di presse per la lavorazione della plastica vendute il tutto il mondo. I lavoratori sono decisi a difendere a denti stretti non solo i 56 posti di lavoro rimasti, ma soprattutto lo stabilimento di cui non vogliono veder chiudere i battenti. I dirigenti della Romi la settimana scorsa hanno avviato la procedura per la cessazione dell’attività produttiva in Italia (l’azienda fa parte del gruppo brasiliano Romi Industrias) e la cassa integrazione per i 56 lavoratori pontesi (l’attuale periodo di cassa integrazione scadrà il 24 luglio) e i 72 dello stabilimento di Grugliasco (128 complessivi).
Le rivendicazioni dei lavoratori
Si alterneranno a gruppi dalla mattina alla sera, determinati a continuare ad oltranza il presidio, rimanendo sotto ai gazebo anche la notte. Le loro richieste sono chiare. Aspettano che l’assessore Claudia Porchietto li convochi in Regione per informarli, come aveva promesso da tempo, sull’andamento della trattativa con gli imprenditori interessati all’acquisto. ”Ci auguriamo che la convocazione arrivi nei prossimi giorni e non si aspetti il 19 luglio, giorno fissato per l’incontro in Regione sulla cassa integrazione; in questo momento ci interessa soprattutto sapere se esistono veramente degli acquirenti interessati a mantenere un’attività produttiva nello stabilimento di Pont”, spiega Fabrizio Bellino della Fiom Canavese.
“Abbiamo un reparto per trattamenti termici come ce ne sono pochi, un impianto per la cromatura unico in Piemonte, possibile che tutto debba essere buttato alle ortiche? Potremmo lavorare anche per altri settori, non solo per la componentistica delle presse”, spiega Franco Faccio, 28 anni di lavoro alla Sandretto.
In attesa che la Regione si faccia sentire, i lavoratori stanno studiando nuove strategie per sensibilizzare l’opinione pubblica, non escludendo manifestazioni di protesta più eclatanti.
di Marco Nurra | @marconurra
(10 luglio 2012)