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Alluvione e il ciclone mediatico

Creato il 04 novembre 2013 da Firenze5stelle @firenze5stelle

Diamo un nome al futuro?

Ricostruzione post “ciclone mediatico”

4 Novembre 2013

Oggi è l’anniversario dell’alluvione di Firenze nel ’66, uno dei più tragici eventi della città che abbia vissuto dal dopoguerra a oggi, la città ricorda, non dimentica la devastazione che apparve agli occhi dopo il passaggio dell’onda di piena. Quel momento terribile vide il coinvolgimento di migliaia di volontari arrivati da tutta Italia e addirittura da oltre confine, tutti impegnati per ripristinare, salvaguardare e tutelare un patrimonio culturale e storico che è ricchezza del mondo intero, che appartiene alla cultura dei popoli prima che ai suoi abitanti, un patrimonio tramandato e custodito nei secoli.

Alluvione_di_Firenze_66 ciclone mediatico

A quella moltitudine di persone che in quei giorni si riversarono a Firenze, va tutta la gratitudine dei Fiorentini e dei cittadini del mondo intero, che oggigiorno hanno l’opportunità di viverla.

L’attenzione che Media e Stampa mondiali dettero all’evento catastrofico fu tale da innescare una catena umana di solidarietà senza precedenti. Solidarietà e supporto dei Media e Stampa, un connubio che permise a Firenze di uscire da un disastro più bella e più ricca di prima.

Oggi non è più così, Firenze fortunatamente ha imparato la lezione, fortunatamente i rischi di alluvione sono ben monitorati e lontani, ma anche i Media e la Stampa non sono più come prima, non sono più quell’anello di comunicazione, d’informazione che cinquanta anni fa hanno permesso il miracolo del post alluvione. Oggi Firenze non è più la protagonista dell’attenzione mediatica, ne è soltanto la scenografia, una messa in scena spasmodicamente modificata e stravolta secondo il momento e soprattutto per la convenienza di pochi.

Quando Firenze riuscirà a liberarsi da questo ingombrante, insoddisfacente e umiliante ruolo scenografico? Quando potremo nuovamente pensare alla nostra città e ai suoi problemi reali? Quando i Media e la Stampa ricominceranno a vedere Firenze come la protagonista degli eventi e non la sua scenografia muta?

Abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo necessità che l’informazione si interessi ai problemi veri della città, che dia voce alle richieste dei cittadini, che aiuti la città a superare questo ciclone mediatico che sta passando sopra e che lascerà solo devastazione; lo stesso aiuto che i cittadini hanno chiesto nel ’66.

La devastazione del ciclone è sotto gli occhi di chi vuole vedere, di chi aspira a informare, ma non sotto gli occhi di chi lo cavalca. Abbiamo perso ATAF, la nostra Azienda municipalizzata dei trasporti, abbiamo perso AFAM, le farmacie comunali fondate da Giorgio La Pira, abbiamo il nostro “fiore all’occhiello”, il Maggio Musicale commissariato, però abbiamo quasi un nuovo teatro, un’immensa costruzione vuota di contenuti. Quando potremo togliere la carta e la scenografia costruita a uso mediatico, scoprirete il vero volto della città allora potremo cominciare a ricostruire.

Dietro la scenografia appariranno gli immobili storici svenduti, i musei trasformati in luoghi da banchetto, il patrimonio pubblico della città privatizzato, lottizzazioni e speculazioni immobiliari senza alloggi di edilizia popolare, parcheggi auto in centro storico, danni ambientali alle falde acquifere, scuole all’estremità dell’idoneità strutturale, privatizzazioni di servizi a diffusione epidemica.

Quando il ciclone mediatico di questa legislatura passerà, e a Firenze arriverà, insieme al sole, un nuovo Sindaco e una seria Amministrazione, saremo pronti a rimboccarci le maniche e avviare la ricostruzione della nostra identità culturale, storica e sociale.

Ci chiediamo, chi pagherà i costi per la ricostruzione, perché quest’amministrazione lascerà solo pochi spiccioli e allora saranno sempre i soliti a frugarsi in tasca e i veri responsabili saranno fuggiti in parlamento, oggi unico posto sicuro per mettersi a riparo dalla giustizia “uguale per tutti”.


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