Magazine Cucina
Alma è la voglia artigiana di entrare in cucina con competenza, attenzione e cultura
Da SorelleinpentolaLa divisa bianca, pulita e ben stirata. I coltelli tutti in ordine nella custodia sulla scrivania.
Mi raccolgo i capelli, bevo un caffè e sono pronta per incominciare una nuova giornata in Alma.
Sono passate due settimane dal mio arrivo qui e non so se riuscirò a spiegarvi con le parole, tutte le emozioni che sto provando ma spero di farlo nel modo più giusto. Spero di raccontarvi Alma con il cuore e con la testa come ho sempre fatto in questi anni. Spero di essere onesta e di farvi venir voglia di frequentarla questa scuola.
Alma. Pensate a questa parola. Alma vuol dire Anima.
L'anima più pura, l'anima più vera, l'anima più sincera della Cucina Italiana.
E, badate bene, quando parlo di Alma parlo di Educazione, di Rispetto, di Disciplina.
Parlo di pratica e studio che camminano insieme, parlo di regole da rispettare e che facilitano la vita.
E questo è bene capirlo fin da subito per vivere quest'esperienza nel modo migliore.
Chi decide di entrare qui ha un sogno ben chiaro.
Alma non è un corso di cucina, Alma è la voglia artigiana di tornare in cucina con competenza, attenzione e cultura. Alma nasce con la voglia di creare dei Cuochi Veri. In che modo? Incominciando a Stare in cucina. Rispettando orari, regole, pulizia. Conoscendo gli ingredienti e le tecniche per lavorarli nel modo giusto. Creando legami sani con le persone.
Sto frequentando il corso di Tecniche basi di cucina con 34 ragazzi italiani che provengono da realtà completamente diverse fra loro. C'è tutta l'Italia qui e ogni anima apporta un pezzetto della propria storia e tipicità in classe. 30 ragazzi, tutti maschi con l'eccezione di Sofia, Sabina, Fabrizia e la sottoscritta. Pochissime donne rispetto al corso di pasticceria dove sono in maggioranza.
Ma, vi dirò, sono contenta. In mezzo agli uomini si sta molto meglio (non me ne vogliano le donne).
A guidarci e ad accompagnarci in questo sogno di due mesi, due chef Alma: Fabio Giacopelli e Vania Ghedini. Due giovani chef che, come noi, qualche anno fa, hanno frequentano Alma per acquisire un metodo, per diventare cuochi, per fare esperienze in svariati ristoranti, per poter trasferire le loro conoscenze ad altre anime. E grazie a loro, ogni giorno riusciamo a crescere, riusciamo a rispettarci e ad acquisire il metodo giusto per poter vivere la cucina. Attraverso Demo e training, attraverso appunti cartacei, storie di ortaggi da frutto e ortaggi da bulbo, attraverso chili di patate da pelare, carote da tornire e bietole da parare, imparando a tenere un coltello in mano nel modo giusto e a fare una julienne di 1 mm x 6 cm , attraverso il rigoroso silenzio che ci permette di lavorare bene e con il buon senso.
Questo è quello che viviamo insieme ogni giorno, questo è l'inizio per diventare poi un cuoco.
La chef Ghedini il primo giorno ci disse una frase che non dimenticherò mai: "Alma non è IO, Alma è NOI" e con queste parole credo si riassuma quella che è la filosofia di questa grande scuola di cucina e di Vita. Qui non vi è protagonismo, qui si lavora assieme, tutti i giorni, qui ci si rispetta e ci si aiuta per creare qualcosa di bello e di buono. E questa giovane donna ferrarese, dai modi incisivi e dal carattere forte è la persona giusta per questo corso. Il grande Luciano Tona, chef che ha lasciato in me un grande segno, diceva sempre che bisogna "comandare con dolce fermezza" e la chef Ghedini credo stia riuscendo a domarci nel modo giusto. E quando sorride, ci piace ancora di più.
Ma come tutti sappiamo una buona scuola la fanno non solo i docenti attenti e scrupolosi ma anche gli studenti. Ognuno con un passato diverso, ognuno con una storia in tasca da raccontare e ognuno con un sogno da realizzare. Sto parlando di Gabriele, Marco, Matteo, Eduardo, Luca, Riccardo, Stefano, Davide, Simone, Fabrizia, Sofia, Sabina, Fabio, Leopoldo, Gianpaolo, Adriano, Daniele, Paulo.
I miei compagni di scuola, i miei colleghi con cui ogni giorno condivido casse di ortaggi da pulire, giardiniere da preparare e parature da conservare, con cui condivido storie da raccontare e ricette tipiche da custodire. Con cui condivido chiacchere davanti ad una birra e pranzi veloci in mensa. Con cui condiviso sorrisi, abbracci e confidenze. Proprio come in una scuola. Di loro vi parlerò ancora.
Vi lascio un po' di foto...ma la mia storia continua...
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