Di questi tempi va così…la prosa va a farsi benedire e lascia il posto alle liste…alors, cominciamo:
1) vi ricordate questo post in cui poetavo di tremolii dopo aver superato per strada un furgoncino che portava a zonzo alberi? Lo avevo intitolato, appunto, “Tremolii”. La settimana scorsa ne avrei potuto scrivere, per simmetria, uno intitolato “Pantegane”, dato che, mentre proseguivo nel vialone che porta all’azienda in cui lavoro, ho incrociato un altro pick-up sul quale era appoggiato, zampe posteriori sul pianale, zampe anteriori sul tettuccio dell’abitacolo, muso sporto ad annusare l’aria, un ratto più grosso di un uomo grosso, grigio e nero e peloso e orrendo. Bleah! Ma bleah! Ho rabbrividito subito. Poi mi è venuto anche da ridere, mentre lo vedevo allontanarsi di culo dallo specchietto retrovisore, perchè ho pensato appartenesse a un qualche carro di carnevale dal tema sorghesco. Eh no, mi hanno disilluso i colleghi. É il tipo delle disinfestazioni. Chissà se quando porta il topo a lavare lo sostituisce con una blatta. Ma bleah!
2) sto incasinata, e parecchio. Non rispondo alle email, non scrivo, non leggo i blog, non leggo i giornali, non leggo libri, figuriamoci le riviste. Un’entrata in piscina in un mese, più per farmi la doccia che per far vasche. Troppe uscite a orari oltre dal lavoro. É che ho voluto la bici. E adesso…pedalo.
3) poi me le cerco anche, comunque. Ieri è iniziato il supercorso serale di pasticceria alla superscuola. Quattro ore, due volte alla settimana, tre mesi e mezzo. Sono anche superseri, nel senso che offrono serietà e ne chiedono in cambio. E rispetto alla roba improvvisata per cui ho pagato l’anno scorso, qui il mio lato ingegneristico gode.
4) il mio lato orgoglioso invece è umiliato perchè sono una pasticciona di natura. Nel senso che non ho abilità manuale e ho fretta di fare le cose, per cui a questo corso prevedo per me stessa: buona preparazione teorica, perchè sono secchiona inside e outside e lo sono sempre stata, pessimi risultati pratici perchè non ci sarà verso. Ad esempio: stasera, dopo essere arrivata a casa alle 19.00, sistemato quattro cose, cenato con roba pronta in anticipo e su tavola apparecchiata da altri, ho fatto quel che faccio sempre, cioè troppe cose in una volta. Tre macchinette del caffè, una nuova e due poco usate, ricondizionate con un caffè che più economico non si può ( e che probabilmente era sughero macinato), una lavatrice, un rammendo rapido di una federa, e, dulcis in fundo, finalmente una seduta di applicazione pratica della lezione di ieri sulla pasta frolla su cui ho rimuginato durante il giorno.
5) nella suddetta applicazione pratica ho sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare ed è difficile arrivarci, considerando che è una preparazione banale, che così banale non si può, che meno banale c’è giusto giusto la banana schiacciata nel bicchiere con zucchero e limone. Ho sbagliato: le dosi, nonostante i calcoli, per mancanza di materie prime e la preparazione, perché non mi sono resa conto che nel mio fantasmagorico Kenwood Cooking Chef era rimasta impostata la temperatura del risotto di domenica e quindi il burro si è sciolto in tre secondi netti, appena accesa la planetaria. Quindi ciaomare, col cavolo che la frolla verrà come dove venire.
6) per cui questo non si trasformerà in un blog di ricette e cucina, ma di cronaca di paciugate abissali. Posso arrivare a vette indicibili di paciugate. Di bello c’è da raccontare che domenica, davanti al risotto, c’erano a pranzo un paio di amici di ritorno dallo Sri Lanka che mi hanno portato un po’ di spezie che desideravo. Nel pomeriggio ho giocato a sistemarle nei vasettini e a macinare la cannella. C’era polvere di cannella, curcuma e curry che andava dappertutto e profumi in cucina che mi hanno fatto venire voglia di prender su da questo pazzo mondo e mettermi a girare con uno zaino in spalla, una maglietta, un paio di calzoni di lino e un paio di sandali piatti il subcontinente indiano (e un ipad, ma io sono fatta così) e dedicarmi alla vita contemplativa sotto un banano (dotato di presa elettrica e connessione wifi).
7) stamattina ho perso una chiavetta usb che conteneva documenti, di cui ho copia sul computer, pfffuuiii, ma che tra le varie ed eventuali di poca importanza contenevano anche: le cose che sto scrivendo qua e là, di cui alcune anche un po’, ecco…così, che dire…ognuno ha diritto ai propri lati oscuri e alcuni schemini piuttosto espliciti della mia situazione finanzaria. E mi girano tanto se qualcuno li vede, perchè nella chiavetta il mio nome lo si trova, ovviamente, volendolo cercare. Ho ribaltato l’auto, setacciato un parcheggio, chiesto nei negozi, scavato nei meandri dello zainetto e perso le speranze. Stordita, è il complimento più simpatico che mi sono potuta rivolgere, dato che ho deciso a inizio anno di diminuire drasticamente il numero di parolacce che dico e sto tenendo duto. Però mi sono mandata da sola degli sms con frasi da querela.
Per aria sto. Vado a stendere, poi ci ritorno. Mi dicono che adesso grido, di notte, mentre dormo, oltre a russare. Naturalmente io mica me ne accorgo: i sogni non me li ricordo e dormire dormo perchè sono stanca, mica mi sveglio. Si vede che mi sfogo oniricamente.
Statemi bene, voi, mi raccomando, mentre io sto per aria. A presto.