Oggi si svolge il doppio sciopero generale: CGIL e USB, contemporaneamente ma separatamente, scendono in piazza contro l'ennesima manovra del peggior governo che Repubblica ricordi.
Stavolta Sacconi riesce ad infilarci, nella manovra, persino la micidiale deroga allo Statuto dei Lavoratori sui licenziamenti, purché siano decisi in sede di contrattazione sindacale. Con i sindacati che ci ritroviamo, figuriamoci il risultato.
Sì, i sindacati italiani sono senza dubbio co-gestori del disastro in corso, con le dovute eccezioni. Eppure restano l'unica valvola di sfogo in un paese sottosviluppato anche in quel senso: democrazia significa soprattutto reagire alla mancanza della stessa. Ma al di là delle mascalzonate dei governanti di turno, incredibilmente tollerate (è un eufemismo) dall'Uomo del Colle, è certo che gran parte della popolazione è corresponsabile di tanto sfascio. O fascio, è la stessa cosa.
Sì, la cara, buona, gente italiana non è affatto estranea a questa situazione. Tra noi si nascondono molti evasori, moltissimi furbetti, troppi qualunquisti e sicuramente troppi sanfedisti. Dalla Chiesa all'urna il passo non è poi così lungo e se ci pensate bene, la commistione tra Vaticano e politica italiana è veramente clamorosa.
Non mi illudo di scuotere granché le vostre coscienze. Probabilmente chi legge questo blog, ha un po' di senso critico, e auto-critico, in più della media. E allora ci ritroveremo in piazza tutti, domani, proprio come milioni di italiani esasperati e probabilmente molto più impressionati dalla fredda e lontanissima Islanda, che dai rigori della finanza continentale.
Democrazia vuol anche dire un bel NO al momento giusto. Ma gli Italiani sapranno capirlo e urlarlo in faccia a Tremonti, Draghi e alle banche europee?