"Si deve sempre ricercare una sintesi degli opposti" (Alvar Aalto)
"Io sono la porta". Verso l'incoscienza, la spudoratezza, l'irruenza, la sobrietà intellettuale, la ricchezza di intenti, la dissipazione, l'infanzia, la nullità. Perché essere niente è la sostanza. Viaggiare leggeri e riempirsi man mano.
Alle mie spalle un capolavolavoro del finlandese Alvar Aalto, uno dei designer più famosi del modernismo, che amo profondamente. Avete presente le gambe a forma di L curvata dei tavoli, di molte sedie e sgabelli? Ecco, sono stati brevettati da lui nel 1933. Questa forma la vedete anche all'interno della chiesa bianca che si trova a Riola di Vergato, unico suo progetto italiano (è del 1966) a parte un piccolo intervento per il padiglione espositivo della Biennale di Venezia nel 1955. Quando il progetto gli fu commissionato dall'allora cardinale di Bologna Giacomo Lercaro, Alvar Aalto andò a Riola per studiare l'esposizione e le forme. Si innamorò dunque dei profili delle montagne e volle riproporle nella facciata dell'edificio. Poi scelse il fiume, vicino al terreno, quale elemento iconografico naturale. Lo si vede scorrere attraverso la vetrata trasparente realizzata all'interno della chiesa vicino al fonte battesimale. Tutto è bianco, tutto è luce. Un effetto straordinario. Non perdetevi questa meraviglia. Vale una gita domenicale. Ho reso omaggio al modernismo con alcuni geniali stilisti: Dior coat, Arfango blouse, Pirelli boots e la mia nuova chicken bag. Vintage sixties mink hat.
Alvar Aalto