Sono ormai trascorsi dieci anni da quando, nel 2001, Larry Fessenden regala alla comunità dei cineasti orroriani un film di modeste pretese quale è Wendigo.
Per chi è amante dell'horror letterario, e conosce il celeberrimo scrittore anglosassone Algernon Blackwood, l'associazione con uno dei suoi racconti più riusciti (appunto The Wendigo) ha suscitato meraviglia e aspettativa...per poi scontrarsi con una pellicola dalla trama eccessivamente elementare che richiama poco o nulla le atmosfere cupe e opprimenti del Canada in cui i cacciatori di Blackwood vengono perseguitati dal temuto Spirito indiano.
Il protagonista-bambino di Wendigo...Sant'Algernon aiutaci tu...
Sembra però che il buon Fessenden abbia revisionato il soggetto e, forse per intercessione ultraterrena dello stesso Blackwood, operata tramite incubi notturni dalla nitidezza soprannaturale, presenta una nuova opera revisionata del soggetto demoniaco.
"The Last Winter" (2006) vede un buon attore del calibro di Ron Perlman (I Sonnambuli, Il Nemico alle Porte, Hellboy, Hellboy II) cimentarsi con lo spirito indiano in una cornice molto più fredda e ostile dei boschi del Canada: parliamo ovviamente del Polo Nord, con le sue distese ghiacciate sulle quali un superbo Jack Russel ha affrontato La Cosa venuta dalla spazio una trentina ormai di anni fa.
Larry Fessenden, soddisfatto di aver girato un film interessante...
Al di là della trama revisionata in cui il Wendigo viene rivisto in chiave ecologista (uno spirito indiano vendicativo contro una multinazionale petrolifera) i riferimenti all'opera Blackwood sono continui e ben collocati. Il volto tagliato con l'accetta di Perlman non può non ricordare quello dei cacciatori che si spostano in canoa attraverso il Canada, andando a scoprire la loro personale dimensione di orrore.
Lo stesso Wendigo perde la sua connotazione di Spookyman di cui Fessenden lo aveva fornito in Wendigo, dotandolo degli stessi poteri che nel racconto lo rendono temibile: la velocità con cui rapisce le sue vittime, il suscitare incubi terribili e l'aggirarsi invisibile intorno agli insediamenti degli uomini come un lupo in caccia che si lascia indietro un lezzo di selvatico...
Che sia stata la collaborazione di Guillermo del Toro, con cui Fessenden ha lavorato, nello stesso anno di uscita di The Last Winter, per la stesura di The Orphanage a illuminare il regista e a condurlo sulla retta via?
Non ci è dato di conoscere le dimensioni dello spirito in cui l'uomo non si può avventurare, però ci sono state date delle chiavi per aprire le porte giuste.
The Last Winter di Fessenden si avvicina a questa funzione indubbiamente utile ai fini di coloro che vogliono avventurarsi su piani dimensionali differenti per gustarsi un buon film a tema...