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Un thè con Dracula

Da Amduscia
Un thè con Dracula
Oggi parlo di un piccolo gioiello della letteratura horror-pulp, vincitore di svariati premi fra i quali il prestigioso "Bram Stoker Award e stampato in Italia in 3 libri, il primo edito dalla Fanucci, il secondo e il terzo dall'Urania: mi riferisco ovviamente ad "Anno Dracula" di Kim Newman.
Esiste un elenco preciso e dettagliato di scrittori che per sensibilità, estetica e gusto personale, hanno deciso di ambientare le loro storie nel pieno (o tardo) XIX secolo, con risultati a dir poco altalenanti.
Balza immediatamente agli occhi il nome di Anne Rice e "Intervista col vampiro" che, per quanto sia soltanto uno degli innumerevoli titoli a tema "romantic bloodsuckers" non si allontana per un solo istante dal canone stilistico ottocentesco offrendo al lettore una precisa, dettagliata e maniacale ricostruzione del romanzo gotico in tutta la sua proverbiale prolissità di contenuti.
Cambiando genere, è George Mac Donald Fraser,giornalista, scrittore ed ex-militare dell'esercito britannico, con l'invenzione del suo personaggio più fortunato: Harry Flashman, a riportare in auge negli anni '70 gli stilemi del "romanzo avventuroso" alla Edgar Rice Burroughs in chiave parodistica, descrivendo una serie di avventure ambientate nei quattro angoli dell'Impero Britannico del XIX secolo con un personaggio d'eccezione: un soldato scavezzacollo, pavido e pusillanime, protetto esclusivamente dal buon nome della famiglia, che si farà strada con ogni tipo di sotterfugio fino alle più alte cariche offerte dalla Corona.
"Anno Dracula" di Kim Newman è distante dall'essere un romanzo- tributo al periodo, una delle ennesime e "goticheggianti" riproposizioni dell'estetica e dei costumi di un periodo storico: è piuttosto una rielaborazione filtrata dall'ironia, dal gusto e della passione di uno scrittore moderno alle prese con uno dei temi più cari della narrativa horror contemporanea: Dracula e il suo intramontabile carrozzone di non-morti. 
VRIKOLAKAS
"Vrikolakas" era il termine utilizzato dalle popolazioni serbe del XIX secolo per designare il "Revenànt" della lettura gotica: il defunto che si nutre del sangue dei viventi. "Vrikolakas", "Vurdalak", "Strigoi", danno l'idea di un'Europa ancorata a un passato mitologico e medievaleggiante, là dove Londra e l'Occidente rappresentano i bastioni della civiltà moderna, ecco che dalla porta di servizio entra quell'immaginario ammantato di superstizione ed ignoranza sopravvissuto al Secolo dei Lumi: un'europa "barbarica" non adeguatamente pacifizzata dalle sapienti politiche di Lord Palmerston, famoso primo ministro dell'epoca e della classe dirigente britannica, a sole poche centinaia di chilometri dal cuore dell'Europa.
Dracula è sicuramente il frutto dai denti appuntiti di questa europa misconosciuta.
L'intenzione di Stoker è proprio questa: descrivere un mondo oscuro, violento, infiltratosi "clandestinamente" nel fiorente Impero Britannico per distruggerlo dall'interno, contaminare col proprio male le sue fondamenta. Non dobbiamo dimenticarci che, nel periodo in cui Stoker scrive, l'Impero Britannico inizia a dare i primi segnali di cedimento. Due anni dopo l'uscita di "Dracula" l'Inghilterra entrerà in conflitto con la Repubblica Boera del Transvaal e dello Stato D'Orange, una guerra che durerà quasi quattro anni e comprometterà l'immagine dell'Impero all'estero con terribili racconti di repressione, deportazione e costruzione di campi di concentramento. La Regina Vittoria morirà quattro anni dopo la prima uscita del romanzo.
Le paure di Stoker sono l'argomento preferito da Kim Newman: nel mondo di "Anno Dracula", Vlad l'Impalatore è il legittimo consorte della Regina Vittoria e Londra è sotto il diretto controllo di un demone barbaro e sanguinario.
UNA QUESTIONE DI GUSTI
Se una premessa del genere farà storcere il naso, dopo le prime pagine del romanzo tutto sembrerà farsi più chiaro. Appare da subito evidente che il tentativo di contrastare le forze del male da parte di Van Helsing e compagnia è miseramente fallito. La notizia di un Dracula giunto a diventare regnante d'Europa attira immediatamente le attenzioni di quei vampiri, fino ad ora vissuti nell'anonimato, che vedono un'ottima occasione per mostrarsi agli occhi del mondo, fra questi è presente un avatar di Lord Byron, Primo Ministro del neo-nato governo nonchè uno dei più subdoli avversari del Conte rumeno.
La caratteristica principale del romanzo è proprio il continuo susseguirsi di personaggi fittizzi e personaggi storici, entrambi appartenenti all'immaginario vittoriano. Vediamo perciò il Dr.Seward, Sherlock Holmes, Oscar Wilde e altri aggirarsi inquieti per le strade di una Londra irriconoscibile in cui l'umanità e "la vampirità" convivono con tutte le incomprensioni che una convivenza forzata comporta.
Lontano dall'essere un semplice romanzo descrittivo, è piuttosto una miniera inesauribile di aneddoti sui personaggi dell'epoca e, oltretutto,cosa ancora più importante, è una descrizione della Londra degli anni'70 del 1900: la trasposizione di ciò che Newman vive nei tempi in cui scrive introdotto in un ambiente vittoriano. Attraverso le pagine di "Anno Dracula" si può facilmente indovinare il background culturale dello scrittore, a base di sceneggiati televisivi horror e fantascienza, cultura letteraria di genere e molta, moltissima creatività personale.
Un thè con Dracula
ANNO DOMINI
I protagonisti di Anno Dracula sono, ovviamente, personaggi al centro degli eventi. Il reduce Dr.Seward, uscito dall'avventura col Conte in stato di profonda alienazione mentale, non così grave però da impedirgli di diventare Medico Reale, una giovane vampira francese della stirpe di Chandagnac (l'avatar di Lord Byron) che investiga su una serie di crimini avvenuti nei postriboli di White Chapel (con somma gioia del leggendario Jack The Ripper) e un intraprendente agente segreto del misterioso "Club Diogene", associazione segreta pericolosamente vicina alla massoneria che vuole attribuire a questi crimini una derivazione politica. Come si può facilmente immaginare, la politica di Dracula non sembra essere  molto saggia e attira il risentimento e l'antipatia di coloro che vorrebbero tendere i fili della politica del Regno."Anno Dracula", insomma, non è un romanzo comprensibile dai soli estimatori dell'epoca vittoriana, piuttosto, è un libro vicino a tutti coloro, appassionati di horror e non, che amano le buone storie.

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