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Amaro e piccante? No grazie!

Da Primolio
Amaro e piccante? No grazie! Articolo apparso originariamente su www.teatronaturale.it
A quanto pare sono in tanti (ahimè) i consumatori - sparsi per l'universo mondo - a non accettare oli da olive amari e piccanti.
Come riferisce Olive Oil Times (OOT), oltre che negli Stati Uniti, anche in Europa troviamo una fetta di consumatori che non ama l'amaro dell'olio extravergine di oliva (OEVO) di alta qualità.  OOT, prende spunto da un lavoro di ricerca svolto in Svizzera, intervistando i visitatori di "Gourmesse", popolare fiera che si svolge a Zurigo. Tra i 140 campioni di olio extravergine di oliva assaggiati, sono stati preferiti quelli con un gusto maturo, fruttato, dolce, rispetto a quelli che erano più pungenti ed amari. Lo studio, svolto da ricercatori italiani dell'Università di Bologna (Enrico Valli ed Alessandra Bendini - vedi) ha riguardato le preferenze di Oli extravergini di oliva dei visitatori della fiera formati, per l'ottanta per cento, da visitatori svizzeri (51% uomini e 49% donne). I 140 OEVO, tutti testati dal panel dell'International Olive Oil Award in Zurich, erano di alta qualità e senza alcun difetto. Sorprendentemente, ai consumatori è piaciuto solo il 19% dei campioni valutati, esibendo una netta preferenza per gli oli maturi, fruttati e dolci a discapito di oli amari, piccanti e di fruttato verde.  Gli autori hanno concluso che i consumatori non hanno familiarità con gli attributi sensoriali positivi e benefici per la salute associati, nell'olio extravergine di oliva di alta qualità alle percezioni di amaro e piccante. Quindi? Prendiamo atto di questa e di altre ricerche analoghe senza allarmismi o sbagliate interpretazioni, ricordando che quella dell'amaro e del piccante non è una crociata contro o a favore di qualcuno. Sicuramente - e non necessitavano così autorevoli firme a dimostrarlo - l'extravergine amaro e piccante non piace a tutti anzi; a chi è abituato - come dice OOT - a latte e miele, può in effetti non piacere. Amen! Ce ne faremo una ragione! D'altronde, dobbiamo per forza piacere a tutti?
di Antonio G. Lauro

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