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American Horror Story: Freak Show, ed è subito cult

Creato il 16 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Un circo misterioso, un pagliaccio assassino e tanto altro ancora nella nuova storia horror americana scritta da Ryan Murphy 

E’ un fenomeno senza precedenti quello di American Horror Story. La serie di Ryan Murphy è tornata in tv per il quarto anno consecutivo e, dopo la delusione delle streghe di Coven, sembra proprio che il famoso  regista e sceneggiatore, ha ritrovato la sua verve di un tempo. Con il titolo di Freak Show, ora siamo catapultati negli anni ’50, nell’America della depressione, delle grandi speranze, ed alle porte di un paesino dove un tendone di un circo sta per mettere radici. Grandi aspettative dunque per la serie tv più attesa della stagione  e dopo una prima visione, possiamo assicurare che American Horror Story: Freak Show ha tutte le carte in regola per diventare un successo senza precedenti: è già un cult.

Una camaleontica Jessica Lange è Elsa Mars, una donna fascinosa e dai mille segreti, che girovagando in lungo ed in largo per lande desolate, è alla continua ricerca di strambi fenomeni da poter inserire nel suo circo. Arriva così a Jupiter una piccola comunità rimasta sconvolta dopo un brutale omicidio. Il tendone di Elsa sta per prendere forma, tra l’indignazione e la noncuranza e dei cittadini, ed un’isteria di massa che passo dopo passo, si consolida nel gruppo dei freak. Tra dialoghi filosofeggianti, brividi stregati ed atmosfere degne di un film horror d’annata, Ryan Murphy, descrivere con crudeltà e razionalismo, la vita di alcuni fenomeni da baraccone, in cerca di rivalsa, rispetto e considerazione. C’è la donna barbuta, interpretata da una fantastica Kathy Bates, l’uomo con le dita di un pinguino con il volto di un seducente Evan Peters, la donna dalle due teste che vede in Sarah Paulson una camaleontica protagonista, e poi sono attese Emma Roberts, Angela Bassett, Denis o’Hare e tanti altri.

American Horror Story

Come il primo capitolo di un romanzo emozionante ed eclettico, Ryan Murphy in American Horror Story, riesce a tratteggiare una società in declino e senza valori; decide quindi di raccontare questo degrado attraverso il volto di alcuni Freak, alcuni mostri, che nessuno prenderebbe come esempio. I reietti di questa società, appunto, derisi e diseredati da chi si crede migliore di loro, urlano a gran voce la loro indipendenza e voglia di vivere. E’ un canto di una rivolta che si unisce ad un urlo di chi vive ancorato a vecchi ideali, ricordi sbiaditi e scellerate vendette. Ma all’interno del plot c’è dell’altro, perché il buon Murphy, non dimentica di impreziosire la narrazione con le sue solite trovate bizzarre ma ad effetto; c’è da menzionare un clown assassino che con una violenza inaudita uccide le sue vittime (situazione che però non ha ancora trovato la sua dimensione all’interno della narrazione), ed un segreto dai risvolti improbabili che gli stessi freak si troveranno a nascondere.

Questo nuovo ciclo di episodi quindi, non è un semplice affresco socio culturale di un’epoca che fu (non tanto diversa dalla nostra), è soprattutto un drama inquietante che nel rispettare tutti i criteri di un film horror, regala al pubblico un entertainment intelligente, intrigante ed anche seducente. Il pilot che ha debuttato con 6 milioni di telespettatori, raggiunge l’apice nel momento in cui, Jessica Lange, truccata come un clown disilluso, canta sulle note di Life on Mars? – storico brano di David Bowie – che nel suo piccolo racchiude tutta la poetica di una serie tv brillante ed innovativa.

Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net    


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