Ho due amici.
Ho due amici, una ragazza israeliana, Noam, e un palestinese, Daud.
Daud vive qua a Valencia da,anni, coltiva la terra, è moro, capelli lunghi neri, il tipico profilo orientale, arrapa tutte le amiche mie.
Lei è mora, capelli ricci e corti. Ha vissuto qualche anno qua a Valencia, praticava capoeira nella sua terra e durante gli anni che ha passato in giro per il mondo si è sempre unita ai gruppi locali di capoeira per continuare gli allenamenti e trovare amici. Tra il 2008 e 2009 avevo passato le feste di Natale in compagnia della mia famiglia brasil-argentina -capoerista-angolesa, e lei si è unita a noi pur non celebrando ufficialmente la nascita del suo conterraneo,ma solo per stare in compagnia. Amante della fotografia, dopo una parentesi in Arkansas, è tornata a vivere a Tel Aviv. Da quel che ho capito è una città giovane, con molte attività, una importante università, vita notturna fantastica. Ora Noam è sposata. Le lascio commenti su Facebook e Instagram, ammesso capisca quello che dice, in Ebraico. La vedo spesso in spiaggia, con gli amici, a ballare.
Daud lo conosco da anni, è un tipino, credo non sia ancora riuscito a spiegarsi perché non ci sono mai stata con lui, ma davvero non è il mio tipo, diciamo che è meglio se parliamo solo di cipolle e cavolfiori, di affari quindi, che gli spetteguless me li raccontano già le amiche che abbiamo in comune. Mi manda sempre le indicazioni delle proteste, iniziative, petizioni contro il bombardamento di Gaza, la sua terra, cioè lui è nato appena fuori dalla striscia di Gaza.
Ad ogni modo: perché vi parlo di loro? Semplice. Ho in attesa di approvazione su Facebook la richiesta di amicizia di Daud, ma davvero mi mette seriamente in difficoltà che possa vedere la mia amicizia con Noam e offendersi.
Devo dire che proprio negli anni degli allenamenti insieme un paio di commenti di Noam erano stati una doccia fredda per tutti noi del gruppo: per etica il mio gruppo di capoeira è sempre stato vicino a tutte le cause solidarie possibili, partecipando gratuitamente a una infinità di eventi, tra cui la Piattaforma a favore del popolo palestinese. Ricordo ancora quando Noam ci disse che non sarebbe venuta, perché lei a 18 anni ha fatto due anni di militare nel caso l'avessero chiamata, ma è sempre la stessa Noam abbracciata tra noi sempre, come l'avessimo adottata?
Anche tra noi del gruppo, finché Noam è rimasta, ci sono stati screzi e commenti. Flavia comunque l'adorava più di tutti.
Non nascondo che nonostante tutto mi stava molto simpatica.
Mi è costato vedere solo la "ragazza" e non la "israeliana" perché mi sono sempre rifiutata di fare di tutta l'erba un fascio. Ora però torna prepotentemente la sua presenza e mi preoccupa. Non solo che Daud possa venire a scoprire che ho un' amica pura cepa appartenente al popolo di Israele e che pur non giustificando la guerra reclama come propria la striscia di Gaza -lo diceva con la sicurezza di chi ha studiato il nodo della matassa per anni - ma anche che lo venga a sapere altra gente qua in città della stessa cricca di Daud.
Eliminarla? E come? Non ho nemmeno la scusa delle classiche pulizie da face perché con lei ho un filo di chat che periodicamente usiamo per raccontarci del più o del meno. È anche la tipica persona che se la inviti a casa sarebbe davvero capace di venire, infatti evito. Devo quindi tenere nascosta ai più questa relazione. So che statisticamente la possibilità che avvenga sia lo 0, ma se Daud vedesse che commento qualcosa di Noam?
O lei qualcosa di mio? Oppure come spiegargli perché non lo accetto su Facebook ma ci scriviamo su whatsapp e usciamo spesso in compagnia?
Politicamente inutile dirvi da che parte sto, ma con gli animi così accesi in queste settimane non mi ci vedo a praticare il peace and love, spiegando che la conosco da anni e non è come sembra, solo perché di Israele.
La normalità quotidiana di Noam, non nascondo che mi urta, chissà la sua indifferenza dorata quando a pochi km si stanno squartando, forse è peggio della violenza stessa. O forse vuol dire che è possibile essere felici anche là. Sarà una forma di boicottaggio? Un modo per resistere, nell'oceano di dolore, morte e distruzione? O è davvero indifferenza?
Purtroppo non posso leggere nel pensiero di Noam e pur non avendo lo stesso punto di vista non credo appoggi la mattanza.
Datemi quindi una risposta prima di venerdì che vedo Daud e mi chiederà di nuovo dell' amicizia per potermi mettere il tag.
( sì, la questione face è estremamente frivola perché siamo abituati ad avere amici mai visti prima. Proprio per questo adesso assume un significato importantissimo )