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Amigdala e l’alfabeto di Anita

Creato il 18 agosto 2015 da La Sovrana Lettrice

" L'alfabeto delle spezie" di Anita Nair ( Guanda Editore) e' un libro che si riesce a legge anche in due ore, fino a pagina 148. Dalla successiva 149 la lettura si potrebbe complicare. Ma soltanto se sazie delle lettere - aspirate o inspirate - con tanto di etimologia delle spezie tradotte in tamil, incontrate all'inizio di ogni precedente capitolo dell'abecedario culinario che si intreccia con la storia di Lena e KK, suo marito. Noi lettori siamo stati invitati al tavolo di questa cucina nel sud dell'India per scoprirne tutti i segreti. Con una premessa.

Lena, 38 anni compiuti tre ciocche grigie sulla tempia destra e quattro sulla sinistra, non crede all'amore. Tornando alla conta delle pagine, dicevamo, Nair ci conduce nel cuore della cucina dove e' cominciato tutto. Siamo al secondo tempo della nostra alfabetizzazione di sentimenti in salsa tamil e si riparte " Dall'alfabetiere di Komathi". Con tanto di avvertenze a pie' di pagina: "Per le quantita' e le dosi, si tenga presente che per un cucchiaio si intende un cucchiaio da minestra; per un cucchiaino si intende un cucchiaino da te' e che una tazza corrisponde a circa: 200g di riso; 225g di zucchero; 115g di farina; 2,5dl di liquidi". Il nostro Pellegrino Artusi, padre riconosciuto della cucina italiana, e tutte le 790 ricette del suo libro " La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" non avrebbe potuto fare di meglio. Lammore si cucina.

Niente panico, perche' le istruzioni per una buona interpretazione di questa parte del libro (ma anche del resto) si nascondono nella "lettera X" dell' Alfabetiere di Komathi: "Ricordate di assaggiare tutto quello che cucinate e di assaggiarlo di nuovo prima di servire". Proprio cosi'. Siamo al ricettario zeppo di peperocino, curcuma e rabarbaro, ma anche tamarindo, albero di ravanello e polpa di squalo e qualche mandorla. Ma chi e' Komathi? (E l'Amigdala del titolo di questo post?) La prima e' la voce narrante di questo romanzo, affresco, dell'amore ai tempi di Bollywood. E chiave di lettura del contratto matrimoniale tra Lena e KK, che diciamolo subito, non si regge per lammore ma per la sicurezza. Lo sa bene Komathi, lei e' la cuoca che si occupa della cucina della tenuta che fa da sfondo al romanzo, e per anni si è presa cura di Lena, coccolandola con le sue spezie e ricette fin da bambina. E questo matrimonio non ha sapore.

"Ecco loro sono sempre cosi'. Come due sconosciuti nella sala d'attesa del medico. Non come marito e moglie, che dovrebbero stare gomito a gomito e urtarsi come una pentola dentro un calderone". Lena, invece, ritiene di avere un matrimonio felice con KK ed e' per restare serena che ha deciso di non lasciarsi travolgere dall'amore. Come invece accaduto ai suoi genitori, la cui serenità (agli occhi di Lena) è stata stravolta da sentimenti incontrollabili. Per questo Lena ama la tranquillità della sua casa, i luoghi che la circondano, la magnifica piantagione di te' e si vuole rifugiare nella natura che ha intorno per proteggere le sue (in)sicurezze. E' in questi passi del romanzo, dove Lena si rassicura e compiace del suo insignificante marito KK, che entra in scena la mia Amigdala (l'intrusa nel titolo di questo post, spettatrice della narrazione). Un po' mandorla, un po' pietra preistorica, soprattutto nucleo cerebrale che scatena in me rabbia e angoscia davanti alla scelta dell'inverno del cuore in nome della "sistemazione sicura" con il portiere dell'ambito palazzo matrimoniale (sebbene si tratti di fiction, la mia Amigdala su questi argomenti, si allarma sempre e comunque). Non si puo' non dedicare parte della vita all'amore che ti urta " come una pentola dentro un calderone ". E cosi' la mia recensione e' finita, per dirla con Komathi. Quello che e' giusto per gli altri puo' non essere giusto per me.

Se potete leggetelo, Anita Nair merita. Lammore (con buona pace della mia primitiva e irrequieta mandorla cerebrale) arrivera' a scuotere Lena, nella fortezza della sua casa tranquilla e sicura. Dove basta l'alchimia di una donna che cucina e rammenda storie a fa girare il mondo per il verso giusto: "C i saranno delle vite che andranno in pezzi. Ma la vita guarira' se stessa ". Ps. Stampa ottima, carta accarezzevole e morbida quanto basta, disegno e grafica di copertina amorevoli agli occhi. Un applauso alla traduttrice, Francesca Diano. E non perdetevi la terza parte del libro, il terzo tempo, il glossario di Komathi.


Indizi per la lettura:
Un libro di donne per le donne da leggere, da cucinare, chiacchierare.

La frase:
Che si tratti di pietanza o della vita, e' necessario assaggiare quando si cucina. [...] Perche' i libri di cucina e l'istruzione non ti insegnano l'importanza dell'istinto e del gusto.

Il libro:
Anita Nair, L'alfabeto delle spezie, Guanda Editore (Giugno 2015)
Pagine 182
Edizione cartacea:15.90 €
Formato Ebook:8.99 €

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