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Ammazza blog

Da Stiven1986

Fabio continua la battaglia contro la norma ammazza blog. I suoi argomenti sono  del tutto simili ai miei, che vi ripropongo:

Il punto sul quale mi soffermo, però, è il comma 29, quello che

obbliga “i siti e le pagine diffusi per via telematica” alla rettifiche che vanno obbligatoriamente pubblicate “con le stesse caratteristiche grafiche e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono, entro quarantotto ore”, pena una multa che può arrivare fino a 12 mila euro.

Questa norma è sbagliata e ingiusta.

E’ ingiusta perché equipara la redazione di un giornale – costituita da professionisti – al pc di un blogger dilettante e amatoriale. Un blog è una cosa diversa da un giornale, per il semplice fatto che se a ferragosto me ne vado al mare per un weekend non si può pretendere che controlli il blog o la posta e verifichi – ulteriormente! – la smentita nell’arco di 48 ore. Siamo blogger, non giornalisti, e un minimo di flessibilità in più non sarebbe male, dato che 12mila euro, io, in tutta la mia vita, non li ho ancora guadagnati. 12mila euro sono la morte di un blog.

E’ sbagliata perché, da Paese sempre in ritardo quale siamo, si fa fatica a comprendere cosa sia il web. L’obbligo di rettifica è stato pensato perché esiste una sproporzione massima tra la forza di un giornale e quella di un singolo cittadino: ecco perché dev’essere lo stesso giornale ad intervenire per sanare l’errore. Il web è un’altra cosa. Sul web si è tutti uguali: potete commentare qui sotto, e smentirmi, potete aprire un vostro blog, e smentirmi. Si è tutti sullo stesso piano, è questo il bello della rete. (Basterebbe il nome – “rete” – per far capire questo concetto).

Ad ogni modo, la questione diventa surreale quando ripenso alla vicenda Boffo-Feltri. Il Giornale è ancora lì. Già.



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