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Acclamato dalla critica e premiato con il Leone d’oro all’ultimo festival del cinema di Venezia, arriva in sala Pietà, l’ultimo film del maestro coreano Kim Ki-Duk. Ed è subito malessere.Kang-Do è un giovane ragazzo che si occupa di recuperare i debiti per conto di un usuraio. Nel farlo utilizza metodi brutali, arrivando a mutilare e storpiare le sue vittime per recuperare i soldi dall’assicurazione. A sconvolgere la sua esistenza arriva una donna che, affermando di essere sua madre, si dichiara pentita per averlo abbandonato e responsabile di tutte le sue atrocità. Kang-Do dopo averla sottoposta ad una serie di terribili verifiche per accertarne l’identità, la accoglie nella sua vita fino a non poter più fare a meno della sua presenza.Eccessivo, come può esserlo solo un film di Kim Ki-Duk, Pietà è un immenso contenitore di tutto quello che passa tra la vita e la morte, l’ennesima espressione del sentimento di sacralità non nuovo al maestro coreano. Le immagini, scolpite con ineccepibile senso estetico sono la perfetta punteggiatura che scandisce i ritmi di questa rincorsa tra odio e amore, dove il vuoto di un abbandono è troppo grande da colmare anche per un vile assassino. Certamente Pietà poco aggiunge alla filmografia dell’autore che ritorna in maniera disinvolta su temi piuttosto ricorrenti nel suo lavoro; occorre tuttavia aggiungere che, con una certa lungimiranza, il coreano ha evitato di affossare il film nel lirismo ancorandolo in maniera piuttosto solida alla realtà dei nostri giorni, alla crisi della piccola impresa e al contesto generale che vede l'uomo travolto dalle macerie del capitalismo e condannato ad un'esistenza miserabile. Splendida infine l'interpretazione di Jo Min-Su capace di dare corpo e anima alla determinazione e ai tormenti di una donna sfinita dagli eventi ma determinata nel seguire un percorso fino alle sue estreme conseguenze.Questo film sarà una piacevole conferma per quanti già conoscono e apprezzano Kim Ki-Duk, mentre per tutti gli altri sarà una vera e propria rivelazione, un viaggio al termine dell'anima dal quale si esce inevitabilmente consapevoli che il cinema può dare ancora molto ai suoi spettatori.Voto: 8Voto redazione:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Apeless: 8
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