Di amori interplanetari abbiamo già parlato con Aelita (1924), Himmelskibet (1917) ma anche nella precedente Excursion dans la Lune (1909). Si tratta, in fondo, di un topos che compare fin dai primi corti di fantascienza. Del primissimo esempio, però, non abbiamo ancora parlato e risale, almeno per quanto io ne sappia, al 1906 con Voyage autour d’une étoile di Gaston Velle. Ma se qui non troveremo un lieto fine, lo avremo invece con l’italiano Un Matrimonio Interplanetario di Enrico Novelli (noto anche con lo pseudonimo Yambo).
– Voyage autour d’une étoile – Gaston Velle (1906)
Gaston Velle è uno di quelli che ha avuto a che fare molto presto con l’arte cinematografica lavorando prima per i Fratelli Lumière, poi per la Pathé per ritagliarsi infine uno spazio nel cinema italiano. Di lui ci sono rimasti circa 80 titoli diretti tra il 1902 e il 1913. Tra questi spicca certamente il nostro Voyage atour d’une étoile, un corto divertentissimo che prende in giro il viaggio interstellare di Méliès con ironia e genialità.
Un vecchio astronomo, scrutando le stelle, scopre che su una di esse abita una donna splendida. Subito se ne innamora e prende la decisione di abbandonare la vita terrestre e raggiungerla. Per farlo, in baffo a tutte le invenzioni più sofisticate, si fa rinchiudere in una bolla di sapone e dentro di essa raggiunge la sua meta. Ma lì, dopo l’entusiasmo iniziale, viene scoperto e punito da Giove per aver osato andare oltre i limiti umani. Il dio, adirato, lo scaraventa nuovamente verso la terra con una caduta tutt’altro che morbida.
Il finale, molto amaro, assume un significato quasi comico se visto alla luce dei tantissimi altri corti che prendevano (e prenderanno dopo questo di Velle) ispirazione dal Voyage dans la Lune. Giove è una sorta di deus ex machina al contrario, che risolve sì la vicenda ma in modo del tutto anticonvenzionale. Grazie alla sua frizzantezza e giovialità consiglio vivamente a tutti la visione. Per favorirvela vi ho messo un video youtube con musica eseguita dal vivo.
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– Un Matrimonio Interplanetario – Enrico Novelli (1910)
Il cortometraggio di Enrico Novelli mette in scena uno spensierato matrimonio interstellare tra una donna marziana e un astronomo terrestre. Ma non c’è bisogno di andare in un altro pianeta per conoscersi: lontani dall’era di internet i due amanti si conoscono scrutandosi dai rispettivi telescopi e comunicando tramite splendide telegrafate interplanetari. Quale migliore sede per il matrimonio, poi, se non la luminosa Luna?Tra costumi bizzarri e trovate geniali, il nostro Enrico Novelli dirige un bel corto che purtroppo non ho avuto modo di vedere fino alla fine. La prima parte, infatti, è visionabile grazie al video del cineconcerto svoltosi nel Dicembre del 2009 nel Dipartimento di Astronomia fianco Specola a Padova. Questo spettacolo, che racchiude vari film di fantascienza dell’inizio del ’900, è stato inserito su youtube diviso in parti. Purtroppo il nostro Matrimonio Interplanetario si divide tra la parte VI e la VII e proprio quest’ultima è stata bloccata per motivi di copyright probabilmente relativi al corto che si trova dopo a quello che ci interessa. Nella speranza che venga presto pubblicato l’ultimo pezzo mancante (non ho mancato di fare appello a chi aveva caricato il video) inserisco intanto il collegamento al video con il nostro corto quasi completo.
Un Matrimonio Interplanetario viene considerato il film di esordio per la fantascienza italiana, che vedrà comunque altre produzioni mute come Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola di Marcel Fabre (1913), che spero di poter recensire entro breve, o il più noto L’Uomo meccanico di André Deed (1921). Tutti questi film, però, sono commedie di fantascienza e bisognerà aspettare addirittura il 1958, con la Morte viene dallo spazio di Paolo Heusch, per vedere il primo lungometraggio nostrano che possiamo ascrivere al filone drammatico. Vale la pena sottolineare come Novelli abbia scritto, diretto e interpretato la sua creazione, con un risultato che non ha nulla da invidiare alle altre produzioni internazionali. Insomma si tratta a tutti gli effetti di un pezzo di storia del cinema italiano che merita la visione!
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