Scegliete un aereo,
scegliete un ostello,
scegliete una OV-Chipkaart,
scegliete una casa.
Scegliete un bagno col cesso separato e senza bidè,
scegliete le scale dimmerda, la lavatrice, l’asciugatrice e le spese incluse.
Scegliete la registrazione e il Sofinummer,
scegliete l’assicurazione sanitaria, la bici da donna e il conto in banca,
scegliete il corso di olandese,
scegliete gli amici.
Scegliete le birre al Belgique, il biliardino al Soundgarden e le sdraio al Roest,
scegliete un appendiabiti IKEA comprato su Marktplaats e riempitelo di vestiti di qualcun altro,
scegliete la serata al Trouw e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina.
Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con le canne mentre vi ingozzate di schifezze dell’Albert Hein.
Alla fine scegliete di farlo davvero,
di trasferirvi in un posto dove l’odore dei soldi apre le narici della tolleranza e il clima è stabile come l’umore di una psicopatica col ciclo. Dove il lavoro può arrivare domani o anche mai.
Scegliete un futuro,
Scegliete la vita!
Ma perché non dovrei fare una cosa così?
Io ho scelto di non scegliere l’inerzia ed ho scelto qualcos’altro.
Le ragioni? Non ci sono ragioni.
Chi ha bisogno di ragioni per vivere ad Amsterdam?
Liberamente ispirato al monologo iniziale di Trainspotting.