Secondo la definizione tratta da dizionario linguistico di Gianluigi Beccaria per punto di vista in narrativa si può intendere "l'angolo prospettico, il fuoco narrativo, il punto ottico in cui si colloca il narratore per raccontare la sua storia. Si basa sui rapporti tra il narratore, la materia narrata e il lettore, rapporti per i quali sono state proposte anche altre denominazioni: "prospettiva", "fuoco della narrazione", "visione", "aspetti e modi della finzione". Spetta a Brooks e Worren (1938) l'identificazione di quattro fuochi narrativi:
1) quello della prima persona (un personaggio racconta la propria storia).
2) Quello della prima persona spettatrice (un personaggio narra, in prima persona, una storia da lui osservata).
3) Quello del narratore spettatore (il narratore non penetra nella coscienza dei personaggi, né aggiunge commenti personali).
4) Quello del narratore onniscente (proprio della narrazione classica e in particolare dell'epopea). "
Mentre fino al sec. XIX il punto di vista era ristretto alla prima o alla terza persona, nel corso del Novecento il narratore ha aumentato l'uso dei punti vista anche alternandoli all'interno della stessa opera.
Pertanto non è sempre semplice per il lettore distinguere l'uso o l'alternarsi dei punti di vista. Per un narratore alle prime armi rappresenta un ottimo esercizio individuare i punti di vista utilizzati di volta in volta in una determinata storia.
Prendiamo come esempio il romanzo di Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, la storia si apre con il primo paragrafo in cui il narratore usa il punto di vista della prima persona.
"Siamo seduti in un bar, Franco e io. E' un bar alla moda, di quelli che non ci piacciono. Però e' comodo incontrarsi in piazza Vittorio e lì i caffè sono tutti alla moda. Per fortuna non è opera di aperitivi e di fighetti: i clienti sono eccezioni. [...] ogni volta io e Franco ci chiediamo se la vecchia Fogna esiste ancora, ma poi non lo facciamo, per pigrizia o per malafede".Procedendo nella lettura del libro ci accorgiamo poi che il punto di vista cambia e diviene quello della prima persona spettatrice. Infatti subito dopo la prima parte colui che era entrato in scena come personaggio che parla di sé cede il campo alla storia di colui che è il vero protagonista del romanzo: Guido Marchisio, come si evince dall'esempio.
" Sono stato a lungo incapace di capire quale delle poche frasi pronunciate dal suo capo abbia suscitato la reazione di Guido. quando raccogli la storia di qualcuno, a poco a poco, ti affezioni a lui e gli attribuisci sentimenti più nobili di quelli che gli sono propri, atteggiamenti più fieri."
Nel mio romanzo L'amore fuggitivo il narratore personaggio Antonio alterna talvolta il suo punto di vista a quello di un altro personaggio della vicenda la donna amata di seguito l'esempio:
" Amore mio, perché non sai guarirmi? Perché non ti impossessi del mio animo tanto che nessuna goccia ne resti per qualcun altro? Seccami in te, nella tua tranquillità priva di scosse non ragionevoli. Camminiamo per le strade complici di nuove scoperte e dimentichi d'ogni altra cosa all'infuori di noi. Ma forse anche qui si nasconde un germe del mio malessere. Non farmi domande. E' vero, io mi sono già arresa, ma tu sii dolce, non mi lasciare. Ho bisogno di sentire finalmente che la tua mano non mi sfiora, ma s'intreccia col mio spirito e trabocca di te.
Non farmi domande a cui non saprei rispondere. Lascia cadere su di me le tue risposte. Le mie certezze non esistono, non esistono più".Per completare il quadro dell'analisi dei punti di vista faccio riferimento infine agli studi di Genette (1972) il quale distingue tra racconto "a focalizzazione zero" (la narrazione in cui non si assume mai la prospettiva dei personaggi); "a focalizzazione interna" ( fissa quando tutto è visto da un solo personaggio e variabile quando più di un personaggio seconda gli episodi diventa di volta in volta focale); "multipla" quando lo stesso avvenimento è visto successivamente con gli occhi di più personaggi; a focalizzazione esterna (quando i personaggi agiscono davanti al narratore senza che egli mostri mai di conoscerne pensieri e sentimenti).
A proposito della focalizzazione multipla possiamo citare come esempio il romanzo breve di RicK Bass, The watch in cui il punto di vista appartiene ai tre personaggi: Hollingsworth, un negoziante di mezza età, suo fratello di settantesette anni Buzbee, che è scappato per vivere su albero, e Jesse un ciclista, personaggi che ovviamente guardano il mondo in maniera diversa.