«Il randagismo inizia ad assumere dimensioni preoccupanti».
Sono parole del Sindaco di Erice Giacomo Tranchida. Sottolinea che: «molti cittadini proprietari di cani si ostinano, sovente con la complicità di alcuni veterinari senza scrupoli, a non procedere alla sterilizzazione e microcippatura dei loro cani». Per questo ha deciso di riproporre al prefetto Falco «l'esigenza di concertare misure d'intervento urgenti, quali la presenza dello speciale corpo forestale per l'accalappiamento anche con munizioni narcotizzanti dei randagi non docili per arrivare alla deroga per la realizzazione di canili nei territori, impossibili nel Comune di Erice e su aree di proprietà comunali, attese le distanze minime dalle abitazioni di 500 metri)». Segnala a questo proposito che su un fondo dell'Eas, nel territorio valdericino, si potrebbe realizzare una struttura, «valvola di sfogo per il comprensorio nelle more della realizzazione del canile consortile del Comune di Trapani, da anni beneficiario di un finanziamento». L'assessore Catalano, dal canto suo, ha investito il questore «della necessità dell'autorizzazione ai Comuni della licenza per le armi narcotizzanti da assegnare al comando della Polizia municipale» e ha sollecitato l'amministratore dell'Asp, De Nicola «per far disporre al servizio veterinario della sterilizzazione e microcippatura dei cani pastori a guardia degli ovili disseminati nel territorio dell'agro ericino, causa storica del randagismo». Infine Tranchida avverte: «In presenza d'inerzia operativa la segnalazione per l'omissione del servizio da parte dei vertici dell'amministrazione ericina che deve tutelare e contemperare i "diritti" degli animali con quelli prioritari della sicurezza dei cittadini».